Lo sguardo libero

Il Libano come Gaza: Hezbollah e Hamas responsabili delle vittime civili

Di Ernesto Vergani

Il metodo dei terroristi libanesi e palestinesi è lo stesso: nascondere le armi e i combattenti nelle case e negli edifici residenziali, sfruttando la popolazione come scudi umani

Dopo gli attacchi israeliani contro le postazioni di Hezbollah, lunghe code di auto in fuga si sono formate dal sud del Libano verso Beirut. Gli attacchi aerei si intensificano. Questi raid hanno già causato oltre 100 morti e più di 400 feriti.

In Libano, la situazione sembra ripetere quanto accaduto nella Striscia di Gaza. A Gaza, la miccia che ha scatenato la violenza è stato il pogrom del 7 ottobre 2023, quando terroristi di Hamas uccisero oltre 1.200, rapirono 250 persone, di cui 30 bambini, compiendo decine di casi di stupri e violenze sessuali. Secondo Hamas, a Gaza si registrano oltre 41mila morti e 95mila feriti. Oggi assistiamo all’ l’escalation lungo il confine libanese, dove i bombardamenti e gli attacchi di Hezbollah verso Israele continuano ad alimentare il conflitto.

Rimane odioso il metodo utilizzato dai terroristi: nascondere armi e combattenti tra i civili, all'interno di case, scuole e altri edifici residenziali, per poi lamentarsi delle inevitabili vittime innocenti. È la vigliacca strategia degli "scudi umani", sfruttata sia da Hezbollah che da Hamas, senza riguardo per le vite dei propri stessi connazionali. Il portavoce dell'Idf, Daniel Hagari, dichiara: “Quello che vedete ora nel sud del Libano sono esplosioni di armi di Hezbollah all'interno delle case. In ogni abitazione che colpiamo ci sono armi, missili e droni diretti contro i cittadini israeliani”.

Alla base di tutto c’è un odio profondo verso Israele, che non ha altro obiettivo se non vivere in pace. L’odio e l’invidia per il popolo eletto riemergono periodicamente, rendendo necessaria una reazione difensiva. Israele si trova ancora una volta costretto a rispondere a un rancore che si accanisce contro la sua esistenza.