Lo sguardo libero
Letta utilizzi un linguaggio più credibile e misurabile
La comunicazione segua il pragmatismo dell’azione e sia “fact based”
A seguito della decisione di Graziano Delrio di lasciare la carica di capogruppo dei deputati del Pd a favore di una rappresentante donna (il corrispettivo del Senato Andrea Marcucci non ha per ora fatto altrettanto), il segretario del partito Enrico Letta ha rilasciato la seguente dichiarazione.
Ringrazio “Graziano per come sta gestendo questo passaggio. Dimostra che siamo un grande partito. Siamo qui perché abbiamo una responsabilità, verso il partito e il Paese. Voglio parlare il linguaggio della verità. Troverete in me un interlocutore aperto a tutti ma chiedo solo trasparenza e correttezza nei comportamenti. Datemi la possibilità di dimostrarlo. C'è un popolo, non siamo o siamo stati parlamentari per diritto divino, ma perché abbiamo un popolo dietro che ci chiede di andare avanti seri e determinati. Di essere all'altezza". Sorprende la frase: “voglio parlare il linguaggio della verità”.
In vista dell’Assemblea del 14 marzo che lo avrebbe proclamato segretario, Letta scrisse: “Credo alla forza della parola, nel valore delle parole. Chiedo a tutti coloro che domenica voteranno in assemblea di ascoltare le mie parole e di votare sulla base delle mie parole sapendo che io non cerco l'unanimità ma la verità nei rapporti tra di noi per uscire da questa crisi e guardare lontano". Si noti: verità nei rapporti tra di noi.
Linguaggio della verità? Verità nei rapporti? Si rifletta su questa definizione tratta da un comune dizionario italiano. “La sua conquista (della verità, n.d.r.) costituisce uno dei momenti essenziali dell’io, perché, non essendo data una volta per tutte, il più arduo compito dell’uomo è quello di individuarla e perseguirla volta per volta. La verità si identifica con lo sforzo che l’uomo compie per stabilirla, e una volta stabilita, avanzarla e superarla dal suo interno”. Una curiosità: concetti simili a quelli adoperati dai cibernetici per definire l’intelligenza.
Meglio utilizzare termini meno impegnativi, più credibili… ricorrendo al linguaggio manageriale, misurabili e raggiungibili. Parole come: democrazia, europeismo, pensiero liberare, progressismo, persino “dire cose di sinistra”. Immagini molto più autorevoli e forti di verità. Come diceva Carl Gustave Jung, il fondatore della psicologia analitica: “Il fanatismo è un dubbio ipercompensato”. La comunicazione segua il pragmatismo dell’azione (il linguaggio è anche questione pragmatica) e, come nello stile del premier Mario Draghi, sia fact based.