Politicamente scorretto
Nomine Rai, bufera nell'agone politico. Il vergineo candore di Pd e FI
Il vergineo candore delle opposizioni per le nomine Rai
Nomine Rai, bufera nell'agone politico. La maggioranza di governo ha "osato" indicare come presidente dell'ente radiotelevisivo di Stato, Marcello Foa, scrittore e giornalista con doppia cittadinanza, italiana e svizzera, e con un'interminabile curriculum che spazia da caporedattore esteri de "Il Giornale", collaboratore della BBC, oltre alla carriera accademica, avendo fondato l'Osservatorio europeo del giornalismo presso la facoltà di comunicazione dell'Università della Svizzera italiana; attualmente ricopre la carica di amministratore delegato della società editrice del Corriere del Ticino.
Un "cursus honorum" di prim'ordine; un curriculum eminente che "legittimerebbe" la candidatura per la poltrona più importante di Viale Mazzini. Una nomina che dovrà passare attraverso le "forche caudine" della Commissione di Vigilanza, dove i partiti di minoranza daranno battaglia come annunciato negli scorsi giorni.
C'è un però. Secondo le opposizioni Marcello Foa è portatore di un vizio capitale che inficia tutte le qualità fin qua elencate.
E' un uomo vicino alle posizioni sovraniste, del resto ha più volte rivendicato il suo sostegno per le formazioni che si ispirano ai valori che fanno capo a Salvini, Di Maio, Meloni e Putin, di cui è un ammiratore di lunga data. Una posizione "dura" , tanto che espresse il suo "disgusto" per il discorso del Presidente Mattarella, con cui si rifiutava di nominare il prof. Savona come ministro dell'economia.
Lesa maestà e pericolo per la democrazia, questo ha suscitato nei partiti di opposizione, PD e LeU, in testa, la nomina di Foa. Un processo alle intenzioni, una sorta di inquisizione medievale. Nessuna sorpresa visto il comportamento dei "sinistri", ma anche di Forza Italia, verso ogni atto del governo giallo-verde.
Un scelta, quella di Foa, che rispecchierebbe il detestato spoil system osteggiato, a parole, dalla sinistra e, udite, udite, da Forza Italia. Del resto l'alleanza Berlusconi, PD è ormai datata, fin dai tempi della bicamerale dalemiana. Si osteggiano e si combattono di giorno, per poi accordarsi nelle segrete stanze durante le ore notturne e continuare così nel loro idillio sostanziale vecchio di due decenni. La battaglia senza quartiere intrapresa, suscita un certo disagio in coloro che possiedono buona memoria, in fatto di nomine Rai.
Già, perchè, nel corso dei decenni le nomine delle cariche di presidente e amministratore delegato, hanno, raramente, seguito il dettame richiesto da PD e LeU, come emblematiche figure di garanzia. Hanno applicato in toto il famoso e storico manuale "Cencelli", eredità della tanto vituperata (a parole) Prima Repubblica, in ogni nomina Rai fino agli uscieri, mutuando le suddivisioni DC, PSI, PCI delle tre reti televisive. Così tanto per ridestare la memoria dei difensori integerrimi della Costituzione, delle garanzie democratiche, dei fieri oppositori delle logiche spartitorie, della libertà di stampa, elenco una serie di presidenti Rai.
In ordine sparo. Roberto Zaccaria, Enrico Manca, Letizia Moratti, tre presidenti evidentemente nominati da governi espressione della stessa ideologia politica. Il primo dell'elenco, dopo l'esperienza in Rai, sedette in Parlamento, prima nelle fila della Margherita-Ulivo, poi nei ranghi del PD. Strenuo difensore della satira a "senso unico", prodotta con i soldi dei contribuenti che versavano il mal digerito Canone, i cui bersagli preferiti (guarda che coincidenza) erano gli esponenti dell' opposizione di centro-destra. Epica la lite col senatore Gasparri (sfociata anche in una querela) durante la trasmissione "Quelli che il calcio" condotta da Simona Ventura, oltre 15 anni orsono, intervenuto telefonicamente per difendere la sua onorabilità, lesa dalle caricature dei comici di sinistra che "frequentavano" con assiduità i canali Rai.
Una diatriba che vide una levata di scudi in difesa del dott. Zaccaria, da parte di tutta la sinistra che gridava alla morta della democrazia , della morte della libertà di stampa, di opinione, di satira (non ho mai saputo che tra le libertà fondamentali dell'uomo ci fosse anche la libertà di satira se con tale esercizio si trasborda nella diffamazione). Che dire poi di Letizia Moratti che dichiarò non appena nominata: "La Rai deve essere complementare alla Finivest...". Ovviamente semplice coincidenze se poi la signora Moratti divenne ministro nel governo Berlusconi (I e II) e poi sindaco di Milano guidando una colazione di centro destra.
E come dimenticare Enrico Manca, esponente di spicco del PSI craxiano, presidente Rai di lungo corso, dal 1986 al 1992, allorchè il PSI ebbe il periodo di maggior fulgore. Mi fermo qua perchè il dott. Manca è passato a miglior vita qualche anno fa (2011) e quindi, come dicevano i latini "parce sepulto" . Quanta cattiva memoria hanno molti politici. E se, invece, non fosse cattiva memoria, ma un sorta di candore vergineo che noi cittadini italici fatichiamo a cogliere, visto quanto ci narra la storia politica della Prima, Seconda, Terza Reppublica?