Rocca sbrocca
Covid, Bassetti: "Modello asiatico? Il peggiore. Pronti al boom di contagi"
L'intervista di Affaritaliani.it all'infettivologo Matteo Bassetti, convinto che il modello anti-Covid adottato in Asia sia il peggiore per sconfiggere il virus
Varianti e sottovarianti. Come sfatare i continui allarmismi e convivere con il virus nella quotidianità?
Io credo che si debba finirla di fare allarmismo sulle varianti. Le varianti ci saranno sempre, finché ci sarà il virus che circolerà avremo delle variazioni della struttura del virus, quindi io credo che bisogna convivere nella quotidianità con un virus che varia, sapendo che ad oggi questo virus che ha contagiato e contagia così tante persone , nella realtà persone che stanno male veramente sono pochissime e sono quelle che stavano già male da prima che arrivasse il Covid, come gli immunodepressi, i leucemici, i grandi anziani: per qualunque tipo di altra infezione potevano avere dei problemi e finire in ospedale, come problemi di polmonite o altro. Quindi non è altro che quello che abbiamo sempre fatto prima. Cerchiamo di tornare a fare e a vivere come prima.
Lei ha parlato di un possibile pericolo asiatico. Come fare a preservare la salute e la libertà?
Il pericolo asiatico è evidentemente il pericolo di non sapersi adattare ad un virus che muta, ovvero purtroppo i cinesi hanno questo brutto difetto che è quello di essere poco aperti ai cambiamenti. E’ evidente che se tu ti poni nei confronti del Covid come nel 2022, con la filosofia della riduzione significativa del contagio, che vuol dire abbattere il carico assistenziale, oggi con una variante così contagiosa che, in qualche modo, è quasi dieci volte più contagiosa rispetto al virus iniziale, ti poni in maniera errata. Fondamentalmente quello che mi fa paura è il modello asiatico, il modello del “Covid Zero”, un modello a cui non bisogna tendere. Dobbiamo abbattere in qualche modo, come abbiamo fatto, il rischio di forme gravi grazie ad una possente vaccinazione, cosa che gli asiatici non hanno fatto ma hanno usato dei vaccini che funzionano meno e li hanno utilizzati molto meno di noi, soprattutto nella fascia più a rischio, che è quella anziana.
Quindi direi che il modello da cui stare più lontano è proprio il modello asiatico, nella gestione di Sars-CoV2. In questo senso credo ci sia un pericolo asiatico, che è più che altro pericolo di una filosofia che mal si adatta, evidentemente, a una variante così contagiosa, ma fortunatamente, grazie alla vaccinazione, meno grave e quindi con un impatto minore su quello che sono le strutture sanitarie e sulle forme gravi. Quindi questa credo sia una cosa molto importante da tenere in considerazione.