Rocca sbrocca
Fase tre: I fatti per i cittadini prima delle speranze degli Stati Generali
Seguo, con disincantata curiosità e qualche perplessità, l’iniziativa del governo denominata Stati Generali, in corso a Roma a Villa Pamphili per la durata di dieci giorni complessivi. Si tratta di una serie di incontri politico-istituzionali livello internazionale, per oggettivare le priorità degli investimenti in vista del piano di rilancio che verrà finanziato in Italia con il contributo europeo di 172 miliardi di euro del piano Next Generation nei prossimi anni.
L’obiettivo è, pertanto, cercare di capire come spendere i soldi che arriveranno dall’Europa non prima del prossimo anno. Grandi scenari, grandi propositi, numerosi incontri di esperti, politici incaricati che espongono relazioni, propongono soluzioni ma niente carne al fuoco, niente di commestibile per i cittadini e per le necessità correnti.
Proprio così, e come se non fosse già abbastanza chiaro quali possano essere le priorità e i ritardi del Paese, il governo ha istituito nei mesi scorsi delle task force di esperti che ha visto coinvolgere manager, specialisti e burocrati che hanno già prodotto una serie di relazioni culminate con il Piano Colao per il Rilancio. Come se non bastasse, adesso ci dobbiamo sorbire tutta questa serie di dibattiti dove si discute ma non si decide e, per giunta, non si risolve lo stato attuale delle cose più urgenti.
Sarà forse un modo per acquisire credibilità politica da parte del governo agli occhi degli interlocutori europei, sempre sul chi va là, quando si tratta di aiuti in favore dell’Italia ma non solo noi italiani ci siamo comportati in maniera egregia durante il lockdown e allo stesso tempo abbiamo assistito con grande preoccupazione alla paralisi del nostro sistema economico reale con conseguente decomposizione della struttura economico-sociale. Questo a mio avviso dovrebbe già bastare.
Dovrebbe già essere il tempo dei fatti per i cittadini che vanno visti come tali e non sempre come elettori o futuri votanti. Se proprio dovevano fare gli Stati Generali di alcunché forse andavano messi al centro i cittadini e quello che va fatto di urgente per la loro stessa tutela, per evitare i ritardi e aggiornare le normative che non ci permettono di essere in linea con gli interventi degli altri paesi dell’Unione. Tutti si sono mossi con tempestività in direzione dei cittadini con sussidi economici immediati per sostenere l’emergenza. In Italia i lavoratori dipendenti, e neanche tutti, hanno ricevuto la cassa d’integrazione del mese di marzo la scorsa settimana e poi null’altro. È veramente inaccettabile considerato anche lo scarica barile delle responsabilità dei ritardi e delle polemiche sui modelli della domanda della Cig dalle imprese all’Inps. Primum vivere, deinde philosopari recita un noto proverbio latino. Questa è la situazione, la sopravvivenza del sistema. Basta parlare con proclami con l’obiettivo del consenso per discutere di progetti che chissà se e quando verranno mai realizzati.
I soldi dell’Europa quado arriveranno saranno una grande occasione per modernizzare il Paese ma ora è in atto una disgregazione sociale e una fase depressiva dei consumi che rischia di diventare una spirale al negativo che può trascinare via tutti. È determinante per rialzare la testa anche non sottovalutare la componente psicologica, la fiducia. Come può una persona essere ottimista, quando aspetta tre mesi per avere la cassa d’integrazione di una sola mensilità. Come fa a sopravvivere e proiettarsi nel futuro? Il rilancio tanto sperato, pertanto, passa prima di tutto attraverso interventi di sostegno puntuali e che procedano in un’ottica di semplificazione a favore del cittadino e con un’estensione e durata extra ordinaria che la situazione post pandemia richiede. Il premier Giuseppe Conte, ha annunciato, proprio oggi, che il governo è al lavoro in queste ore per il superamento della Cig per arrivare a un meccanismo “nuovo e molto più veloce”. Vedremo, se e quando alle buone intenzioni seguiranno i fatti. Vedremo se capiranno finalmente che la concretezza degli intenti, in termini di consenso, supera di gran lunga la favoletta ben confezionata delle promesse.
Spostandomi su un tema diverso, vorrei segnalare il caso RadioRadio, l’emittente radiofonica romana censurata da YouTube, piattaforma di condivisione di video, che ha deciso di sospendere l’account della radio procedendo alla cancellazione del canale, che conta 190 mila iscritti e 2 mila video contenenti estratti delle trasmissioni radio-giornalistiche, con l’accusa di aver pubblicato video “di minori in situazioni sessualmente allusive”. Un’accusa grave, assolutamente non verificata secondo l’emittente, e probabilmente al limite della diffamazione che mi ha molto colpita in quanto RadioRadio è un’emittente libera e molto conosciuta con dei professionisti seri e responsabili.
Nella speranza che si tratti tutto di un equivoco e che non sia un atto di epurazione inquisitoria da parte del monopolista rispetto a tutt’altri argomenti trattati, lancio l’appello #Andiamo fino in fondo per la trasparenza, riguardo le motivazioni del provvedimento, e per la tutela della libertà di espressione sancita dall’articolo 21 della Costituzione italiana che afferma: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Andiamo fino in fondo, con risolutezza.
Tiziana Rocca