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Bologna ossessionata dai 30km/h: il gioco del Pd costa 24mln. Scontro politico
A Bologna record di furti, ma il sindaco è ossessionato dai 30 km/h. Salvini emette la direttiva contro i radical chic. Gabanelli difende il sindaco del Pd
Bologna a 30km/h: il Pd usa 24 mln degli italiani per un progetto ideologico. Altri sindaci progressiti potrebbero seguirlo. Il ministero con Salvini emette una direttiva che precisa come l'approccio del Comune non abbia senso. Ecco tutte le novità
“Meglio di South Park, neanche i Simpson avevano osato tanto, c’è Bologna30”, ride Danilo Masotti, lo scrittore ideatore degli Umarells, quei pensionati che non hanno molto da fare se non guardare i cantieri e commentare. Anche i giornalisti inglese di The Guardian sono piombati nel clima demenziale della città più progressista d’Italia, come la chiama il sindaco Pd Matteo Lepore, per sondare la sua surreale sperimentazione: trasformare una città nodo nevralgico della viabilità italiana, ma che non ha né una metropolitana né una rete di trasporti pubblici affidabile per orari e copertura di territorio, in un campo minato per le auto private. Le automobili sono obbligate a viaggiare ovunque ai 30 km/h, con le eccezioni di pochissime bisettrici di scorrimento, dove si può viaggiare ai 50. Unico caso in Europa. Telecamere agli incroci chiave, telelaser mobili a sorpresa ogni giorno in vie diverse, vigili appostati per le strade come se non ci fosse un domani.
“E’ la nostra priorità”, racconta ad Affaritaliani un vigile, alzando le spalle. Lo è sicuramente del sindaco con la campagna mediatica connessa, altri sindaci progressisti hanno lanciato l’idea di seguirlo. 29,40 euro di multa per chi viaggia ai 36 km/h, 543 euro per chi viaggia ai 76 km/h e se superi il limite di 10 km/h, per due volte in un anno, oltre le sanzioni ci può essere la sospensione della patente. “L’eccesso di velocità per due volte nei centri abitati”, ha ricordato l’ex candidato sindaco Fabio Battistini, “sarà punito con una sanzione che può arrivare a 1.084 euro”.
Costo di Bologna30? 24 milioni di euro degli italiani.
Bologna ha il triste primato di città con il più alto numero di furti in appartamento, rispetto alla popolazione residente (dati Censis 2023), ma che importa. La cappa securitaria con telecamere a iosa vale solo per chi lavora e subisce pure il record di derubato in casa d’Italia, si sa la sinistra radical chic odia i poveri. “Qui c’è una nuova lotta di classe, i Balilla30 dominano e i Resis30 si oppongono. Viva i Resis30”, ride Masotti. Sembra non si possa fare altro. In tanti infatti sono sorpresi per la mancata trasformazione della protesta dei cittadini, molto forte sui social, in forme concrete nelle strade. Ma è normale in una città che in soli 30 anni è passata dalla fama per la cultura godereccia e creativa all’egemonia di comitati e comitatini antidegrado, l’enogastronomia come turismo di massa e l’intrattenimento delle associazioni di partito quale sistema di evasione collettiva, ammazzando ogni innovazione e fervore culturale. Il progetto Bologna30 era nel programma del sindaco Pd Lepore. Lo avete votato? Tenetevelo! Scrive chi commenta da fuori.
I Balilla30 sono i seguaci del sindaco che credono davvero, contro ogni studio, che andando a 30 all’ora si impediscano gli incidenti stradali, mortali, quando i motivi principali sono la distrazione (come guardare il cellulare mentre si guida, ad esempio), l’andamento indeciso e il mancato rispetto della precedenze, semafori e distanze di sicurezza, come spiega anche l’ultimo Rapporto ACI-ISTAT. Certo, se i bolognesi non uscissero più di casa gli incidenti si azzererebbero, ma non è detto, vista la cappa demenziale in cui sono piombati, che a qualcuno non venga in mente di trasformare i cortili delle abitazioni in piste per autoscontri, tanto per sperimentare.
Per adesso i Balilla30 sembrano una minoranza ed è intervenuto il ministro dei Trasporti Matteo Salvini della Lega che ha bollato il progetto come “non ragionevole” e “ideologico”, prima minacciando una direttiva che parifichi le condizioni di trasporto urbano privato degli abitanti di tutte le grandi città italiane, poi emettendo un documento inviato anche all'ANCI che potrebbe azzerare il progetto Lepore. "La regolazione della circolazione stradale", prosegue la nota del MiT , "deve essere operata in maniera capillare, in ragione delle precipue caratteristiche di ciascuna strada o tratto di strada".
Oggi un operaio, che per lavoro nelle ore di punta va dalla periferia A alla periferia B di Bologna, si ritrova in un nugolo di strade dove è obbligato a viaggiare a 30 km/h e invece di metterci, mettiamo, 40 minuti raggiunge la meta dopo un'ora e più. Per il Comune non è così e bisogna evitare gli incidenti e neanche le auto che restano maggior tempo nel traffico inquinando sono più un problema.
Le proteste dei cittadini però non si placano. A Il Resto del Carlino il professor Antonio Carullo, ordinario di diritto amministrativo all’Università di Bologna, ha spiegato giorni fa che l’intervento del ministero può essere fondato, rendendo illegittimo il limite. La direttiva in vigore, del 2006 (il Comune si sarebbe rifatto a una del 1995) spiega che gli enti locali possono abbassare il limite ai 30 ma non in modo generalizzato, cioè possono farlo solo per strade senza marciapiedi, con flusso intenso di pedoni, restringimenti anomali, frequenza di accessi, uscite da scuole, luoghi di lavoro e simili.
Peccato per la campagna mediatica di Lepore. La sua irresistibile ascesa nel Pd potrebbe subire un colpo. Ma sarà un bene? Già la nuova segretaria Elly Schlein sta facendo molto per la sinistra, per tentare di estinguerla, siamo sicuri che Lepore non possa fare meglio?
Se però il ministero riuscisse nel suo intento qualcuno potrebbe anche portare i 24 milioni, serviti a realizzare Bologna30, davanti alla Corte dei Conti con richiesta danni verso la giunta a guida Pd e sarebbero dolori. In attesa di uno scontro istituzionale, questa volta reale, è scesa in campo anche la giornalista Milena Gabanelli, a difendere il sindaco Pd. Gabanelli: “Abito a Bologna e non c’è nessun caos. Si va a 30 km/h a Londra, Bruxelles, Helsinki, Barcellona, Zurigo, Madrid, Graz…dove hanno pensato che la vita di un bambino, un pedone, un ciclista valgono più dei 5 minuti persi a rallentare. Vuoi andare in centro in macchina? Vai a 30!”
Le hanno risposto molti lettori bolognesi sorpresi: il centro di Bologna non c’entra un fico secco, anche le strade delle periferie sono quasi tutte a 30 km/h (escluse le poche famosi bisettrici), i 30 km/h non sono imposti a chi vuole andare in centro ma a tutti, a chi va a lavoro, a chi deve recarsi in ospedale o ad una visita, tutte le città europee che la Gabanelli cita hanno linee di metropolitana e sono servite da una rete efficiente di mezzi pubblici, Bologna30 è forse un progetto buono solo per i ricchi radical chic che abitano in centro.
Le opposizioni in città, capeggiate da Fratelli d’Italia hanno lanciato la raccolta firme per un referendum locale. Manuela Zuntini di FdI ad Affaritaliani: “Il progetto è frutto di un accanimento ideologico della Giunta Lepore contro i mezzi privati, incapaci di dare a Bologna un sistema di trasporto pubblico locale efficiente che rappresenti un’alternativa vera. E’ l’ennesimo slogan per far apparire il sindaco come ‘primo della classe’”.
In rete le battute si sprecano, come quella esilarante di Alessandro Sottile: "L'immagine fa riflettere! Com'è possibile che in una città civile ci siano ancora edifici con più di 2 piani? Sai quante vite salveremmo se la gente potesse cadere da massimo 2 piani? Salva una vita: BOLOGNA CITTÀ 2 PIANI!"