A Cannes il debutto di Julia Roberts
Julia Roberts calca il red carpet di Cannes
di Andrea Cianferoni da Cannes
Lo hanno dato in forse fino all’ultimo ma poi George Clooney, da buon divo, ha sciolto la riserva e ha calcato il Red Carpet della Croisette insieme a Julia Robert e all’amica Jodie Foster, che da regista ha presentato fuori concorso al festival, quarant'anni dopo il suo arrivo alla Croisette come attrice di “Taxi driver” che vinse la Palma d'oro nel 1976, il film “Money Monster”, da oggi anche nelle sale italiane. «Nel 1976 avevo 12 anni e fu l'inizio di una nuova vita. Tornare 40 anni dopo come regista, in una rassegna che conta tra i suoi nomi Jim Jarmusch e Pedro Almodovar, è un grande onore».
Il film narra la storia di Money Monster, un programma tv di economia, che intrattiene i telespettatori con balletti, magie, canzoni, come se fosse un varietà. La sua produttrice Patty (Roberts) governa tutto in sala regia. Peccato che entri in diretta tv il giovane disperato Kyle (Jack O'Connell) che accusa il conduttore del suo disastro finanziario con la perdita di 60 mila dollari. Da quel momento tutto cambia. La situazione si fa man mano parossistica con alcune punte quasi comiche e colpi di scena; alla fine si scopre che alla base c'è un inghippo finanziario di carattere globale, dove a rimetterci è sempre il piccolo risparmiatore.
«Il vero problema della televisione americana è che mescola notizie e intrattenimento con una commistione esplosiva, molto pericolosa per l'influenza che ha sulla gente» - spiega Clooney - «Bisognerebbe che chi fa news spiegasse solo i fatti, che le informazioni si limitassero ad essere tali e non a fare spettacolo. Le news ormai sono a rullo continuo, 24 ore su 24, e quindi bisogna dare sempre notizie nuove e commentarle in trenta secondi. Abbiamo perso la capacità di riflettere con profondità sui fatti».
Julia Roberts, per la prima volta al festival, spiega che non farà la regista: «Non voglio perché conosco i limiti della mia intelligenza e della mia pazienza e soprattutto non posso tollerare più di quattro persone che mi facciano domande in simultanea».