“Abbiamo notato una propensione al risparmio e agli investimenti tra i giovani in UniCredit, nella grande banca tradizionale dove è più complesso andare a considerare soltanto i ragazzi giovani perché con 7 milioni di clienti chiaramente ci sono fasce d’età molto diverse, ma in particolare l’abbiamo notato in buddybank, la banca mobile only di UniCredit con uno spirito particolarmente giovane, che si rivolge prevalentemente a questo target, e infatti oltre l’80% dei nostri clienti hanno proprio la fascia d’età della ricerca (25-34 anni). Devo dire che, lontano dai soliti stereotipi in cui il ragazzo giovane, vuoi perché ha appena iniziato a lavorare quindi lo stipendio è ancora limitato, vuoi perché ancora sta cercando lavoro perché sta studiando, c’è assolutamente una maggiore consapevolezza rispetto alla generazione precedente in quella che è la gestione del denaro, una maggiore formazione finanziaria, anche se in Italia siamo ancora un po’ indietro. Bisogna ancora lavorare perché c’è il percepito di voler fare qualcosa. Il problema è che spesso sul mercato non c’erano soluzioni dedicate per questo tipo di clientela, perché chiaramente le soluzioni sia di finanziamento che di investimento erano declinate su quella fascia che va dai 40 ai 55 anni dove vi è più una maturità sia lavorativa, magari uno stipendio un po’ più tondo e delle esigenze diverse, come una situazione genitoriale dove si ha la necessità di pensare ai figli, quindi dei desideri e dei bisogni completamente diversi. Grazie alle banche che sono un po’ più dedicate su questo segmento, abbiamo iniziato a sviluppare dei prodotti più affini alle loro richieste: abbiamo un prestito online grazie alla nostra piattaforma mobile con taglio molto piccolo, quindi si può anche chiedere un prestito magari per €2500, per una vacanza o uno studio, naturalmente la rata sarà più ridotta e anche il giovane con uno stipendio non elevatissimo può permettersi di averlo. Stessa cosa faremo con gli investimenti, tagli più piccoli che permettono di entrare, perché quello di cui hanno bisogno i ragazzi a mio avviso è di poter avere un accesso facile e molto comprensibile, perché la finanza non è come altri prodotti, va compresa e ha delle caratteristiche non sempre facili. In secondo luogo i giovani hanno bisogno del supporto finanziario, perché se è vero che sono altamente digitali, non sono altrettanto preparati dal punto di vista finanziario. Per questo noi di buddybank abbiamo messo a disposizione questa chat 24/7 con dei colleghi, personale bancario e formato, che può trasmettere quelle informazioni che il giovane non ha e farlo attraverso un mezzo usato dai giovani, la chat. Ci vantiamo oggi di un discreto successo sul mercato perché abbiamo coniugato le esigenze e il modo di parlare dei giovani, ma sempre con la competenza, la formazione, la solidità di un gruppo come UniCredit, che è un gruppo omnicomprensivo, più tradizionale, ma nel bello della parola tradizionale”.
“Fino ad oggi abbiamo lavorato prevalentemente sull’offrire un prodotto e un modello di servizio, una base di accesso bancario che fosse fruibile da tutta la popolazione. Quindi abbiamo il conto corrente, il servizio 24/7 con il nostro personale via chat, diversi modelli di carte di credito, i prestiti e una serie di altre partnership. Consolidato questo pacchetto, certi del valore che questo è un pacchetto che va bene per tutta la popolazione, ci stiamo aprendo ora agli investimenti. Infatti, se è vero che i giovani hanno una propensione all’investimento, questo non vale per il 100% dei giovani; c’è anche la fascia tra i 18 e i 25 anni che è ancora in quella fase in cui difficilmente si può investire, anche se lo si vorrebbe. Detto questo sono circa sette mesi che abbiamo iniziato a lavorare su una piattaforma per entrare nel mondo degli investimenti; lo vogliamo fare con la solidità che il Gruppo ci richiede, quindi poche cose alla volta ma ben fatte e ben strutturate. Verso giugno faremo il nostro ingresso nel mondo degli investimenti lavorando con un grande partner, con una soluzione molto semplice. Prodotti già ben strutturati, pacchettizzati, un’innovazione sul mercato per la quale saremo i primi, un accesso all'investimento con tagli molto bassi, anche da €2500 - cosa che sul mercato non è assolutamente possibile fare -, con una user experience molto semplice che va a spiegare l’essenziale di quell’investimento. È chiaro che non saranno investimenti super rischiosi e super diversificati, ma è anche vero che con €2500-3000 quello di cui il cliente ha bisogno è di iniziare ad affrontare, a investire quel poco che ha, a capire quanto investire e quanto tenere per la propria vita personale, dove investire, qual è il proprio profilo di rischio- perché nessuno sa qual è il proprio profilo di rischio finché non fa ad esempio un questionario MIFID- e a capire le performance. Per questo ci sarà anche una funzione di top-up, perché si inizia a investire e poi se la cosa piace e si riesce ad accumulare di più magari si va a dare un top-up, ad includere qualcosa in più. Oppure si possono andare a fare dei piani di accumulo, anche qui faremo una soglia di ingresso molto bassa, per permettere ai giovani di tenere su questa piattaforma i soldi che ogni mese si riescono a risparmiare. Tutto questo sempre in maniera controllata e digitale e assolutamente con l'assistenza 24/7, perché quando si parte con gli investimenti, soprattutto sulla parte più giovane e meno esperta, per me è importantissimo avere sempre una persona a cui potersi rivolgere, un esperto, una persona che fa banca ed è pagato e formato per far quello, a cui fare la domanda, e noi risponderemo anche di notte, il sabato e la domenica”.
“La formazione finanziaria è importantissima. Sul mercato italiano e qui a Milano di solito i giovani con i quali entriamo in contatto sono gli studenti universitari, ma questi non sono il 100% della popolazione italiana, anzi sono assolutamente una quota minoritaria. Noi come bubbybank, ma anche come UniCredit, stiamo investendo tantissimo: sono centinaia di migliaia le ore di formazione gratuita a titolo volontario che facciamo nelle scuole superiori, perché è importantissimo fare una formazione di natura finanziaria. In Italia, anche con grande valore, abbiamo un imprinting piuttosto umanistico, ma per vivere nel mondo moderno ci sono delle cose da cui oggi non si può prescindere fin da bambini: la digitalizzazione, quindi parlare di sviluppo software, di coding, di che cos’è il digital sin da quando si è piccoli, parlare una seconda lingua per ovvie ragioni di globalizzazione, e parlare di finanza, perché la finanza è pervasiva nel nostro modo di essere. Si può essere medici, insegnanti, storici, apprezzare la letteratura, ma quello che ci permette di poter vivere la nostra vita, avere un lavoro e una casa, divertirci e avere una famiglia, spesso è la gestione della finanza, e questo è sempre un pochino abbandonato. Sicuramente c’è la necessità di un grosso investimento nella formazione finanziaria e da questo punto di vista stiamo facendo molto. Con bubby abbiamo lavorato soprattutto sul segmento femminile, perché , come dimostrano i dati OCSE, se i giovani uomini non hanno una buona formazione finanziaria, le giovani donne ancora meno delle controparti maschili. Per esempio con bubbybank abbiamo fatto dei podcast, stiamo facendo tantissime iniziative per formare le donne nel parlare e nell’occuparsi di soldi, nell’essere autonome in termini economici. Il secondo step dopo la formazione è chiaramente l’accesso alla finanza, è chiaro che con tassi di disoccupazione molto elevati è complesso poi parlare di finanza, perché se non si hanno degli introiti c’è poco da poter gestire. Bisogna lavorare poi per un maggiore accesso alla possibilità di formazione, anche post liceale, in modo tale che si possa accedere più facilmente al mondo del lavoro. Ci sono dei grossi investimenti, ad esempio anche come UniCredit stiamo credendo molto negli istituti tecnici. In Italia questi istituti sono troppo sottovalutati, con il PNRR si investirà molto sul quel mondo perché dall’istituto tecnico escono gli operai, i tecnici, le persone che porteranno avanti le nostre aziende. Coniugare la formazione di base con un accesso al mondo del lavoro facilitato, permetterà a un giovane di essere consapevole, perché appena avrà una cifra saprà quanto di essa investire, quanto chiedere per il futuro, e sarà una persona più matura e consapevole senza aver sprecato parte del suo denaro”.