Roma, 2 mar. (askanews) - Un minuto di silenzio e una giornata per ricordare il trentesimo anniversario del massacro di Khojaly, in Azerbaigian. Si è tenuta in Senato, a Palazzo Madama, l'iniziativa "Riconciliazione attraverso il riconoscimento: peace-building e giustizia di transizione".A porgere i saluti iniziali l'onorevole Rossana Boldi, presidente dell'Associazione di Amicizia Italia-Azerbaigian, che ha ricordato la visita nei territori liberati dell'Azerbaigian all'indomani della guerra dei 44 giorni.L'evento è nato su proposta della senatrice di Forza Italia e vicepresidente della Delegazione parlamentare italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'iniziativa centro europea (Ince), Urania Papatheu, in collaborazione con la Federazione italiana diritti umani (Fidu) - Comitato italiano Helsinki."Per l'Azerbaijan - sottolinea Uranai Papatheu, senatrice Forza Italia - è importante ricordare questa giornata che ha visto la commemorazione del genocidio per cui non c'è ancora stato un riconoscimento ufficiale. Da qui l'idea della transazione della giustizia. Restare impuniti significa spesso dimenticarli invece sono strumentalizzati per colpire soprattutto i civili".Khojaly era una città con più di 7000 abitanti dell'Azerbaigian. Nella notte del 26 febbraio 1992, le forze armate dell'Armenia occuparono la città e uccisero brutalmente 613 innocenti, tra cui 63 bambini, 106 donne e 70 anziani; 487 persone rimasero ferite e 1275 civili furono presi in ostaggio.Nonostante l'Azerbaigian abbia liberato i suoi territori occupati durante il 2020, la giustizia deve ancora essere completamente ripristinata per Khojaly. Mentre i leader sia in Armenia che in Azerbaigian annunciano la loro volontà di "voltare pagina" e avviare "un'era di pace nella regione", il fine del panel che si è svolto è stato esplorare una forte mediazione internazionale per aiutare le comunità a superare l'ombra della tragedia di Khojaly, attraverso riconoscimento, dialogo e riconciliazione."Noi abbiamo pensato a questa iniziativa sulla riconciliazione - sottolinea Antonio Stango, presidente Fidu - pensando al futuro dopo un conflitto che si è concluso drammaticamente dopo 30 anni. Purtroppo oggi è in corso un conflitto di dimensioni tragiche che ha di fatto alterato il sistema di sicurezza mondiale da decenni. La nostra proposta rispetto a quel conflitto spero possa essere applicata anche ad altre realtà che oggi sono tragicamente nel cuore di tutti noi"."L'iniziativa di oggi è molto importante per lanciare un messaggio di pace in questa area. È una prima pietra, un primo passo per costruire ponti di riconciliazione tra Armenia e Azerbaijan", ha aggiunto Thierry Valle, presidente del Coordinamento di Associazioni e Individui per la Libertà di Coscienza (Francia).Al termine dell'iniziativa è stata firmata la Dichiarazione della Coalizione internazionale, che ora sarà aperta all'adesione di più organizzazioni per i diritti umani e personalità di spicco.