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Parenti di topolino in tutto il mondo

Di Marco Volpati

Se a lui, che ha dedicato quasi cinquant’anni alla materia della sua passione, parlate di “cartoni animati” non farà una smorfia come capita agli snob; certo un piccolo brivido gli verrà. Cartoni è un termine troppo vecchio e inadeguato per comprendere appieno il mondo complicato e vastissimo del cinema di animazione. Eppure Giannalberto Bendazzi, nato in Romagna, cresciuto a Milano, giornalista che si è occupato di medicina e di viaggi ma sempre con un unico vero amore, l’animazione appunto, negli anni ’80 aveva pubblicato una prima storia-enciclopedia proprio con il titolo Cartoons. Dopo essere uscita in Italia, venne tradotta nelle principali lingue del mondo. L’animazione è una branca speciale della filmografia che non solo vanta un vasto pubblico, ma i suoi cultori, autori ed esperti formano una comunità, una piccola tribù globale. Proprio per questo Bendazzi, che ha insegnato tra l’altro a Milano all’Università Statale allevando qualche giovane allievo, in diversi periodi della sua vita è stato chiamato come docente in Australia e a Singapore. E non c’è esperto in tutto il mondo che non lo conosca e non si sia divorato la sue opere. L’ultima, probabilmente la più importante, l’impresa della sua vita, Bendazzi l’ha appena pubblicata a Londra, in lingua inglese.

Non è uno sfizio o un’ostentazione: opere scientifiche di vari campi hanno molti lettori, ma non concentrati in un solo paese. Rispetto a Cartoons, che uscì da noi nel 1988 per le edizioni Marsilio, questa volta ha fatto il percorso inverso: si parte dall’inglese, lingua universale della comunità scientifica e letteraria, e poi si proseguirà con edizioni in altre lingue: italiano, forse, per primo. Bendazzi è considerato il massimo esperto mondiale di animazione: non è soltanto uno studioso e critico enciclopedico – non c’è filmografia per quanto geograficamente lontana e “di nicchia” che non abbia conosciuto e indagato – ma anche un viaggiatore instancabile. Non manca mai ad un festival internazionale, e così ha conosciuto di persona praticamente tutti gli autori e sceneggiatori, grandi e piccoli, che all’animazione hanno lavorato. Qualcuno, a dire il vero, non lo ha raggiunto: è il caso dello sceneggiatore del più rilevante lungometraggio prodotto in Iraq, titolo La principessa e il fiume, prodotto a Baghdad nel 1982; era Saddam Hussein, il presidente-dittatore, e la storia aveva una intonazione sentimentale e patriottica insieme. Animation, a World History, è uscito a Londra dall’editore Routledge; in Italia sarà distribuito in alcune librerie accademiche, altrimenti si può ordinare on line.

L’opera è in tre volumi, e sistematizza la materia dividendo la storia dell’animazione in sei periodi. Si parte dalle prime immagini artificiali in movimento, che ancora non erano cinema (perché può sorprendere, ma nacque prima l’animazione, e solo un po’ più tardi il cinematografo dei fratelli Lumière), e si arriva ai giorni nostri con le tecniche computerizzate, passando per l’epopea di Disney e la “rivoluzione” giapponese di Heidi e Mazinga. Bendazzi fissa la nascita del vero e proprio cinema di animazione nel 1908, quando il francese Émile Cohl produsse Fantasmagorie,durata due minuti, con disegni che subiscono divertenti metamorfosi. In ognuno dei sei periodi l’opera esplora dettagliatamente la mappa delle esperienze di animazione nei cinque continenti. Se chiedi all’autore quante filmografie nazionali ha documentato nella sua opera ti risponde ridendo che non se lo ricorda. A contarli tutti, gli stati grandi e piccoli risultano 129: una specie di ONU della fantasia, dove si trova di tutto, dalla propaganda, all’intrattenimento ingenuo, alla pubblicità, fino a vere e proprie forme di arte visiva che ormai sono una branca di quella che abbiamo chiamato per secoli pittura. Ecco: l’animazione è molto di più di un prodotto di successo consumato dai bambini, diffuso ormai non solo in tv ma anche sui tablet, e diventato – accanto ai videogame, che poi dell’animazione sono dei discendenti – la baby sitter globale. E’ un linguaggio, una forma di espressione, un ramo non secondario della cultura; quella di massa, ma spesso anche di élite. Chi vorrà scoprirne tutti i risvolti e le sorprese troverà un tesoro di conoscenze in Animation, a World History di Giannalberto Bendazzi.