Coronavirus
Coronavirus, allarme dei medici in coro: "Massimo 15 giorni, poi il collasso"
"Se l'incremento dei posti occupati in ospedale da pazienti Covid-19 resterà costante, non potremo reggere"
Coronavirus, allarme dei medici in coro: "Massimo 15 giorni, poi il collasso"
L'emergenza Coronavirus continua in tutta Italia. Anche se il numero dei contagi farebbe pensare ad un rallentamento, la situazione negli ospedali ormai è talmente critica da non sopportare neanche una semplice decelerazione. "I numeri sono quelli. C'è sì un rallentamento dei ricoveri, - spiega il presidente dell'ordine dei medici Filippo Anelli al Messaggero - ma non è tale da evitare che il sistema sanitario vada fuori controllo. In due settimane, con questo ritmo di crescita, negli ospedali, in molte regioni, ci saranno notevoli problemi. Già oggi non è possibile assistere i pazienti di altre patologie come si dovrebbe, perché l'attenzione è tutta concentrata sul Covid. Ovunque partono segnalazioni di ospedali sotto assedio, malgrado l'attivazione di nuovi posti letto".
Se l'incremento dei posti occupati in ospedale da pazienti Covid-19 - prosegue il Messaggero - resterà costante, ci troveremo con 4.780 letti occupati in terapia intensiva da pazienti Covid-19, dunque circa il 20 per cento in più del picco storico che ci fu in Italia il 3 aprile. Si dirà: da allora i posti sono stati aumentati. Vero. Il commissario Domenico Arcuri ha detto: "Abbiamo 10mila posti, li abbiamo raddoppiati, e arriveremo a 11.300 nel prossimo mese, a fronte di 3.400 ricoverati in terapia intensiva".
Ma va ricordato che in terapia intensiva non finiscono solo pazienti Covid. E Carlo Palermo, segretario del sindacato medici Anaao Assomed, dice: "Circa il 60 per cento di questi letti è occupato da pazienti con malattie gravissime come ictus, infarti, politraumi, stati di shock, sepsi e insufficienze multiorgano, che ovviamente non possono essere collocati in altri setting assistenziali. Quando si indicano oltre 11 mila i posti totali di terapia intensiva si deve specificare che circa 3.500 sono solo sulla carta, attivabili in condizioni critiche e non immediatamente. Senza contare che, in ogni caso, non sarebbe disponibile il personale medico e infermieristico".