Coronavirus

Coronavirus, Zangrillo: "Non è più come a maggio, adesso la malattia morde"

Il primario del San Raffaele: "Senza una presa di responsabilità dei singoli non ne possiamo uscire"

Coronavirus, Zangrillo: "Non è più come a maggio, adesso la malattia morde"

Il Coronavirus adesso fa davvero paura. Gli scienziati ormai lo dicono a gran voce, anche i più scettici come il professor Zangrillo del San Raffaele, che a maggio considerava il virus "clinicamente morto", adesso usa parole ben diverse. "Io ho sempre sostenuto - spiega Zangrillo al Corriere della Sera -, anche se ciò non ha mai fatto clamore, che con il Covid dobbiamo imparare a convivere. Evidentemente non l’abbiamo fatto abbastanza. Siamo in tempo per un’azione tempestiva. Non è una catastrofe. Dobbiamo mantenere lucidità d’azione. Io, però, sono contrario al metodo della paura: ossia a spaventare i cittadini affinché reagiscano come vogliamo noi".

"Io - prosegue Zangrillo al Corriere - sono per dire la verità. A maggio il virus era in ritirata, oggi è tornato a mordere, probabilmente anche per comportamenti negligenti. Ma solo di pochi. La maggior parte della popolazione è coscienziosa, giovani compresi. Lo ripeto: con il virus dobbiamo imparare a convivere. Mi auguro innanzitutto che nei più giovani scatti un meccanismo di protezione nei confronti di genitori e nonni. Dobbiamo proteggere loro, i fragili. Persone magari con il diabete o cardiopatie, normalmente sotto controllo, ma che se si infettano possono aggravarsi. Sono certo che con comportamenti corretti dal punto di vista qualitativo, riusciremo a risolvere anche i problemi quantitativi. E la maggior parte della popolazione lo sta capendo. Senza una presa di responsabilità dei singoli non ne possiamo uscire".