Covid, addio al bollettino quotidiano: tornano anche i medici no vax
Ma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella avverte: "La pandemia non è ancora sconfitta ma il peggio è passato"
Poi il bollettino è rimasto pressochè intatto fino a oggi: un file pdf di una pagina con 16 colonne. Dai ricoverati con sintomi alle intensive, dai contagi ai guariti, fino al numero dei tamponi, altro elemento che nel corso dei primi mesi si è lentamente affermato come dato essenziale, insieme a quello che ne deriva, ossia il famoso "tasso di positività", cioè quanti contagi vengono pescati ogni cento tamponi. Non era solo una curiosità scientifica: in base a quei numeri, a quei trend, nella seconda fase, quella dell'Italia "a colori", un dato fuori soglia sui ricoveri, per esempio, poteva portare a chiusure, a coprifuoco, a mascherine obbligatorie.
Man mano che l'emergenza arretrava però, grazie soprattutto ai vaccini ma anche alle misure di contenimento, modulate in base al periodo, anche la presentazione del bollettino perdeva pezzi: la conferenza stampa quotidiana dopo alcuni mesi diventa bisettimanale, e poi settimanale, ogni venerdì, per diventare infine un'una tantum sempre più rara.
Il bollettino è rimasto "nudo" in un certo senso: ogni giorno, a un orario variabile tra le 15 e le 18, viene pubblicato sul portale dedicato, ma senza spiegazioni o valutazioni, che vengono rimandate al report settimanale messo a punto da ministero e Iss e pubblicato il venerdì mattina, quello che rende conto di Rt e incidenza settimanali. Ingenerando un'altra serie di equivoci e incertezze sul reale andamento pandemico: il lunedì, ad esempio, i casi sono sempre di meno rispetto agli altri giorni, perchè riferiti al weekend quando i tamponi sono più che dimezzati. Lo stesso nei post-festivi.
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