Coronavirus

Covid, le cellule T danno immunità: 20-50% della popolazione si protegge così

di Antonio Amorosi

La speranza: molte persone sviluppano un’immunità di anni con le cellule T. Il tema torna d’attualità per proteggere dalle varianti e sconfiggere il coronavirus

Le cellule T danno un'immunità contro il coronavirus. Le nuove scoperte

Le cellule T sono la strada contro il coronavirus, una protezione duratura. Eppure restano un argomento su cui si sorvola.

Una recente ricerca di Nature ripropone il tema. Se le cellule T rimangono attive nel corpo umano di ognuno, ha spiegato l'immunologo John Wherry dell'Università della Pennsylvania a Filadelfia, potrebbero proteggere da gravi malattie tra cui l’assalto dell’attuale virus e farlo per diverso tempo.

Ma nel caso del Covid 19, le cellule T killer potrebbero fare la differenza tra un'infezione lieve e una grave che richieda cure ospedaliere, sostiene l’immunologa del Karolinska Institute di Stoccolma Annika Karlsson: "Se sono in grado di uccidere le cellule infettate dal virus prima che si diffondano dal tratto respiratorio superiore, ciò influenzerà la tua sensazione di malessere". Ecco forse perché qualcuno si infetta gravemente e qualcun altro no. In questo modo potrebbero anche ridurre la trasmissione limitando la quantità di virus che circola in una persona infetta, il che significa che la persona diffonde meno particelle di virus nella comunità.

La certezza ormai è che esista una memoria preesistente di cellule T nel 20-50% delle persone. In questo senso ci si sta sempre più orientando sullo studio delle cellule T, per comprendere come uscire dall’attuale pandemia e aggredire anche le varianti, al centro della fase attuale.

Le cellule T sono in grado di riconoscere il virus, probabilmente a causa della precedente esposizione ai comuni coronavirus freddi. La risposta immunitaria a diverse componenti, col vaccino, in modo naturale come reazione o con le cure utilizzate, possono garantire una protezione delle persone.

I coronavirus umani oggi sono 7, diffusi in tutto il mondo, identificati già dagli inizi degli anni ‘70 del secolo scorso. Ma le cellule T non prevengono l'infezione, perché entrano in azione solo dopo che un virus si è infiltrato nel corpo: sono importanti per eliminare un'infezione che è già iniziata.