Coronavirus
Covid: Shanghai sprofonda nell'incubo. Esplode la rabbia dei cinesi, Xi trema

Oltre ai bambini separati a forza dai genitori, tra le crescenti difficoltà della popolazione iniziano a comparire l'impossibilità di procurarsi medicinali
Covid, a Shanghai aumenta la rabbia popolare per il lockdown
La rabbia popolare provocata dal lockdown in corso a Shanghai per l'aumento dei casi di coronavirus rischia di trasformarsi nella peggiore crisi della gestione di Xi Jinping, a pochi mesi dal congresso che dovrebbe garantirgli un terzo mandato alla guida del Paese. Oltre ai bambini separati a forza dai genitori, tra le crescenti difficoltà della popolazione iniziano a comparire l'impossibilità di procurarsi medicinali e persino le forniture alimentari: il tutto in ossequio alla politica "zero contagi" introdotta da Xi all'inizio dell'epidemia, come ricorda l'agenzia Bloomberg.
La reazione della popolazione alla virtuale paralisi della città - con misure oltretutto mirate alle varianti precedenti, meno contagiose, e quindi probabilmente meno efficaci nel fermare i contagi - è passata dall'irritazione alla protesta aperta, arrivando a definire il rimedio delle autorità "peggiore del male". Una reazione inattesa e preoccupante, che già nei giorni scorsi ha costretto il partito locale a inviare una comunicazione a tutti i residenti in cui si chiede di "lottare contro qualsiasi comportamento che metta a rischio o interferisca con l'attuale gestione della pandemia".
La politica degli zero contagi è stata infatti utilizzata da Xi come una delle principali giustificazioni della sua permanenza al potere, e prova della superiorità del modello di governo cinese rispetto alle strategie adottate dai Paesi occidentali, criticate da Pechino per aver permesso così tanti decessi. Il bilancio delle ultime 24 ore parla di 23.107 nuovi casi a livello nazionale, di cui solo 1.323 sintomatici; a Shanghai - che conta circa 25 milioni di abitanti - i dati sono rispettivamente 19.989 e 329.