Coronavirus

Nuovo Dpcm, feste massimo in 6 e stop a gite: altra stretta del governo. LEGGI

Massimo 30 persone alle cerimonie. Le regioni chiedono la didattica a distanza per le scuole superiori

Dopo il vertice con le regioni e i capi-delegazione del governo, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte torna a stringere le maglie fin qui allargate dopo la fase più acuta dell’emergenza. Nel nuovo Dpcm saranno molte le limitazioni che riguarderanno le attività più comuni e la sfera privata. Si parte dal divieto di sosta davanti ai locali dalle 21, in modo da evitare assembramenti, e chiusura di pub, locali e ristoranti con servizio al tavolo a mezzanotte.

La stretta riguarderà anche le feste all'interno delle abitazioni private, per contenere il più possibile la diffusione del Covid-19. L’esecutivo inserirà una forte "raccomandazione" a non organizzare feste in casa qualora il numero di partecipanti dovesse superare le 6 unità. Stop alle gite scolastiche ed ai gemellaggi. Limitazioni per i matrimoni: potranno partecipare al massimo 30 persone. Al tavolo sul nuovo Dpcm hanno partecipato i governatori dele regioni, i rappresentanti degli Enti locali, i ministri Boccia e Speranza.

Le regioni intanto hanno avanzato l'ipotesi di un maggiore ricorso allo smartworking oltre che la richiesta al governo di un ritorno alla didattica a distanza per gli ultimi anni delle scuole superiori. Ma non tutti i partecipanti all'incontro sono favorevoli all'incremento del lavoro da casa. La sindaca di Roma Virginia Raggi infatti, ha sottolineato che le attività commerciali possono risentire delle conseguenze di una misura del genere.

Per ridurre la presenza del pendolari sui bus occorre "incentivare lo smart working e differenziare gli orari delle scuole". Ha proposto il presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, durante i lavori della cabina di regia con il governo. Un altro provvedimento potrebbe essere quello di "uniformare sul territorio nazionale la percentuale di spettatori in uno stadio e in un teatro". Attualmente le varie ordinanze regionali dispongono percentuali differenti di presenza sul numero di posti disponibili.