Coronavirus
Vaccini, iniziata una guerra commerciale. Vogliono far fuori AstraZeneca
Da qualche giorno è iniziata una guerra contro il vaccino britannico, con notizie di qualche morto giornaliero a seguito di somministrazione della prima dose...
Poco più di due settimane fa, prima che scoppiasse il caso AstraZeneca, il Cancelliere tedesco chiamato alla vaccinazione volontaria proprio col vaccino inglese si rifiutò pubblicamente di farlo. Con quale vaccino si sia Angela Merkel poi vaccinata, e se si sia vaccinata, non lo sappiamo, fatto sta che quel rifiuto oggi dovrebbe farci riflettere.
Riavvolgiamo però il nastro di qualche mese. L’Ema, cioè l’agenzia europea per i medicinali, approvò con circa un mese di anticipo sul previsto il vaccino Pfizer-BionTech, che di fatto iniziò ad essere somministrato in tutta Europa già a fine 2020, in Italia a partire dal 27 dicembre. Per l’approvazione di AstraZeneca ci volle molto di più (l’ok arrivò soltanto il 29 gennaio 2021), tanto è vero che in tutta Europa la sua somministrazione ha avuto inizio ai primi di febbraio, mentre nel Regno Unito è stato somministrato dai primissimi giorni di gennaio per il semplice fatto che il governo inglese non deve aspettare, a seguito della Brexit, l’autorizzazione dell’agenzia europea.
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Fatto sta che Pfizer è una multinazionale americana che ha prodotto il vaccino sulla base della ricerca iniziale di un’azienda tedesca di biotecnologica e biofarmaceutica, la BioNTech, che da doversi anni senza successo lavorava sull’RNA, mentre il vaccino Astra Zeneca – che è una multinazionale inglese - è prodotto nel Regno Unito su una ricerca avviata dall’Università di Oxford. Da qualche giorno è iniziata una guerra contro il vaccino britannico, con notizie di qualche morto giornaliero a seguito di somministrazione della prima dose. Lunedì pomeriggio, dopo sospensioni territoriali momentanee, l’Aifa – l’agenzia italiana del farmaco – ha sospeso la somministrazione di Astra Zeneca su tutto il territorio nazionale, dopo che la Germania aveva preso quella decisione. Poco prima per l’Aifa era tutto regolare, si trattava solo di un lotto difettoso. Ora tutti sono in attesa di Ema che si pronuncerà il 18 marzo. L’Unione europea ha prontamente rassicurato che ci salveremo ugualmente perché Pfizer aumenterà la sua produzione, non a caso la presidente della commissione europea von der Leyen proprio ieri ha annunciato un accordo con la multinazionale americana sull’anticipazione delle consegne. Un po’ sospetta questa cosa.
Dobbiamo berci questa storia che AstraZeneca sia un vaccino fatale, mentre Pfizer è sicuro? Vediamo i numeri ufficiali diffusi dal governo inglese. Su oltre venti milioni di dosi vaccinali somministrate in Uk fino al 28 febbraio, i decessi sono stati 502, di cui 227 a seguito di vaccino Pfizer (somministrato dal 9/12 in avanti) e 275 a seguito di vaccino Astra Zeneca (somministrato dal 4/1 in poi). Pur essendo stati somministrati ad oggi più vaccini Pfizer che Astra Zeneca, i numeri sulla mortalità causata da entrambi i vaccini si equivalgono. Stiamo parlando comunque, complessivamente, di una percentuale di mortalità dello 0,0025% sul totale delle dosi somministrate. Entrambi i vaccini hanno causato pressappoco lo stesso numero di decessi. Questo nel Regno Unito, mentre in Italia nessuno diffonde dati ufficiali. Bastano i morti “di o con” Codiv, non si possono aggiungere quelli “di o con” vaccino. Di questi ultimi è sufficiente si occupino le tv per fare un po’di terrorismo psicologico sulla popolazione.
A questo punto il dubbio è che dietro questa decisione di sospendere Astra Zeneca, decisa a Berlino e che noi abbiamo subito seguito, ci sia una guerra commerciale e geopolitica tra Germania da un lato e il Regno Unito dall’altro, cioè contro Boris Johnson che con la Brexit non si è allineato alla Ue. Ma la guerra sui vaccini è ancora più complessa. Non è un caso che il vaccino Sputnik V non sia ancora stato approvato dall’Ema nonostante la sua somministrazione in Russia abbia avuto inizio ad ottobre/novembre scorso. Di quello cinese neppure si parla in Europa, anche se Orban si è fatto inoculare proprio questo. In quattro e quattr’otto l’Ema ha invece dato recentemente l’ok al vaccino americano mono-dose Johnson & Johnson che tra qualche settimana verrà distribuito in tutta Europa.
Detto ciò, ci pare evidente che siamo di fronte ad una guerra commerciale fatta sulla nostra pelle per far pagare al Regno Unito la decisione sulla Brexit e al contempo per collocare l’Italia al fianco degli Stati Uniti contro la Russia e la Cina. Primum vivere sì, ma solo dopo aver avuto l’autorizzazione dalla Germania e dagli Stati Uniti. Ora, che Draghi condivida questa strategia è evidente, prima degli italiani vengono gli equilibri geopolitici globali, ma può Salvini accettare questo? Il neo ministro leghista allo sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha avviato l’iter per iniziare a produrre i vaccini in Italia, una buona idea, ma ciò non avrà inizio prima di settembre-ottobre, quando presumibilmente non ci sarà più bisogno del vaccino. Che fare fino a quel momento? Non sarebbe meglio mandare a quel paese l’Ema e chiedere all’Aifa di autorizzare subito lo Sputnik V? O non si può solo perché è russo?