Costume
Celiachia, "L'accesso ai prodotti senza glutine non è un privilegio"
"Il decreto Veronesi e' una buona legge che va difesa. Garantisce il diritto alla dieta senza glutine, terapia salvavita. I buoni per alimenti servono per cure e non sono un privilegio". E' cosi' che l'Associazione italiana Celiachia, che riunisce oltre 55mila pazienti, interviene in difesa della legge e per fare chiarezza a tutela della salute dei malati, a seguito della trasmissione Report andata in onda ieri.
"L'accesso ai prodotti senza glutine sostitutivi di pane, pasta e dolci tramite i buoni del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), entro il tetto massimo di spesa previsto dalla legge di 99 euro mensili per le donne e 140 per gli uomini, e' un diritto essenziale dei pazienti - ha dichiarato Giuseppe Di Fabio, presidente dell'Aic - perche' li protegge dal rischio di mancata aderenza alla dieta senza glutine, che deve essere seguita per tutta la vita per evitare complicanze anche gravi e le spese per il loro trattamento. Banalizzare la terapia e' pericoloso perche' per la celiachia non esistono farmaci e solo il cibo puo' essere la cura".
La dieta se non seguita con rigore, secondo gli esperti, comporta rischi per la salute dei pazienti e il celiaco che non la fa bene costa al Ssn molto piu' che curarlo. "Il SSN non rimborsa in modo indiscriminato prodotti 'superflui' o addirittura 'dannosi'", ha commentato Caterina Pilo, direttore generale dell'Aic. "Lo Stato, come previsto dalla legge, copre solo il 35 per cento del fabbisogno calorico complessivo del celiaco, calcolato su prezzi degli alimenti che risalgono al 2001 ed eroga prodotti controllati dal Ministero che non comportano alcun danno alla salute, ma sono strumento di cura equo e sicuro, accessibile anche a chi non potrebbe permetterselo per i costi piu' elevati dei prodotti senza glutine. La garanzia di un diritto fondamentale al costo di poco piu' dello 0.1 per cento della spesa sanitaria complessiva", ha aggiunto Pilo.