Costume
Coronavirus, la crisi dei formaggi: dal Gorgonzola alla Bufala campana
Il comparto caseario comincia a risentire degli effetti del lockdown. Il blocco della ristorazione e la tendenza dei consumatori a preferire prodotti stagionati a lunga conservazione, a quelli maggiormente deperibili, ha portato serie difficoltà nel settore caseario. “È un momento molto delicato perché con l’emergenza sanitaria sono venuti meno il canale della ristorazione e quello degli ambulanti. Resta il supermercato, ma in molte strutture sono stati chiusi i banchi di taglio e il nostro prodotto viene quindi venduto come pre confezionato, ma non è la stessa cosa”, a dichiarlo su Pambianco Wine&Food, Renato Invernizzia, presidente del Consorzio Gorgonzola dop.
Compromesse dalla deperibilità del prodotto, anche le vendite d’esportazione: “Siamo preoccupati. Dovremo ridurre gli acquisti di latte per limitare la produzione, che però non possiamo bloccare del tutto perché, a differenza di chi produce mozzarelle, il Gorgonzola dop ha un ciclo produttivo di 60 giorni. E non possiamo sospenderlo dall’oggi al domani”, ha affermato Invernizzi.
Periodo di crisi anche per la Bufala Campana
Con la chiusura di ristoranti e pizzerie, e la maggiore tendenza d’acquisto di formaggi stagionati nella grande distribuzione, il Consorzio di tutela della Bufala Campana dop ha richiesto l’intervento del governatore Vincenzo De Luca. Il presidente del consorzio con sede a Caserta, Domenico Raimondo ha esposto la necessità di un intervento pubblico della Regione volto a salvaguardare l’intero comparto. Il governatore De Luca ha assicurato il massimo impegno nell'adozione di misure rapide e favorevoli per il comparto che rappresenta un pilastro dell’economia agroalimentare del centro-sud.