Costume
L'antica arte serica riparte dal Real Sito dei Borbone delle Due Sicilie
Gelsicoltura e bachicoltura, accordo tra la Fondazione Carditello,Textile, Coldiretti Caserta e Giovani, Club per l'Unesco. Obiettivo: promuovere la filiera
L’antica arte serica riparte dal Real Sito di Carditello. Riparte promuovendo lo sviluppo delle attività di gelsicoltura e bachicoltura sul territorio e mettendo a disposizione di giovani coltivatori i terreni di pertinenza della Reale Delizia.
Il protocollo -siglato da Fondazione Real Sito di Carditello, Rete San Leucio Textile, Coldiretti Caserta, Coldiretti Giovani e Club per l’Unesco di Caserta- si propone di stimolare iniziative tese alla valorizzazione della filiera produttiva nella provincia di Caserta, in connessione con le seterie di San Leucio.
Una opportunità straordinaria, considerati i mercati di sbocco e le possibili ricadute in diversi settori: turistico-culturale; tessile (filati e merchandising); cosmetico; produzione di frutta e derivati (succhi di frutta, marmellate, confetture, dolci, liquori, ecc.); nutraceutica e alimentazione zootecnica. Un'iniziativa che parte da lontano, quando Ferdinando IV di Borbone nel 1789 trasformava l'allora riserva di caccia del Belvedere di San Leucio nella Real Colonia della Seta avviando un originale esperimento sociale e produttivo che sanciva la nascita dell'arte serica casertana.
“E’ un progetto molto ambizioso -spiega Luigi Nicolais, presidente della Fondazione Real Sito di Carditello (nella foto)- che ci vedrà impegnati in numerose attività di ricerca, formazione, produzione e promozione, grazie alla commercializzazione dei prodotti derivanti dalla filiera attraverso la vetrina di Carditello ed i canali distributivi delle seterie di San Leucio. E non solo. Le imprese di San Leucio diventeranno sponsor della Fondazione, contribuendo al ripristino degli arredi in seta che caratterizzavano in origine la tenuta borbonica”.
In particolare, dunque, si punta alla piantumazione delle piante di gelso e all’allevamento dei bachi da seta nei terreni della Fondazione e di soggetti terzi (lungo il percorso verso Capua o nei dintorni di Carditello), e alle attività di ricerca sperimentale da condurre in collaborazione con autorevoli organismi nazionali, come la sezione Bachicoltura del Crea-Api (Ente di riferimento nazionale per la ricerca in apicoltura e bachicoltura), che a Padova detiene un patrimonio di circa 190 razze di baco da seta.
“Rilanciare la tradizione agricola, tessile e manifatturiera del territorio -afferma Roberto Formato, direttore della Fondazione- rafforza la naturale vocazione del nostro sito che, allo stesso tempo, si conferma come hub per lo sviluppo di imprese locali. Negli ultimi mesi, raccogliendo sollecitazioni provenienti da comitati e associazioni, abbiamo avviato la valorizzazione del percorso che lega il Real Sito di Carditello alla stazione ferroviaria di Capua, presentando l’itinerario ciclo-pedonale denominato “Sentiero dei gelsi” che già prevede la piantumazione di un migliaio di piante di gelso. Oggi, con la firma del protocollo di intesa, siamo riusciti a completare l’intera filiera che permetterà a tanti giovani coltivatori di restare nella propria terra, dando vita a progetti di auto-imprenditorialità”.
Il protocollo d’intesa potrà essere esteso, attraverso nuovi accordi ed iniziative, all’assessorato all’Agricoltura della Regione Campania, alla Camera di commercio di Caserta, al Crea-Api e ad altri soggetti portatori di interessi collettivi. Di seguito, le dichiarazioni dei protagonisti.
“Il protocollo con il Real Sito di Carditello -a parlare è Gustavo Ascione, presidente di Textile, rete di imprese che raggruppa i produttori dell’area di San Leucio- ha come filo conduttore la riscoperta di una filiera produttiva: dalla coltivazione del gelso all’allevamento del baco e alla trasformazione, sul filone della storia di Ferdinando IV che ha voluto fortemente sia Carditello che il Belvedere. È un punto di partenza per consolidare la nostra presenza come produttori e per sostenere la crescita di San Leucio Silk, marchio di tutela dei prodotti. Poterlo fare in un luogo prestigioso come Carditello e insieme a partner importanti, nella visione dello sviluppo del territorio, è davvero motivo di orgoglio. Speriamo nel breve di poter ottenere i primi risultati”.
“La gelsicoltura e la bachicoltura -dice Manuel Lombardi, presidente Coldiretti Caserta- storie antiche che potranno rivivere nell’areale borbonico di S. Tammaro grazie anche all’impegno dei nostri giovani agricoltori di Coldiretti. La gelsicoltura oggi si avvale di nuove conoscenze ed utilizzi, come la produzione di frutta secca e derivati, con importanti proprietà nutraceutiche e anche per la produzione di bioplastiche. La Reggia di Carditello è per il nostro territorio, ancora Felix, non solo simbolo di riscatto sociale ma anche attrattore culturale e formativo”.
“La liason tra il Club per l’Unesco di Caserta e Carditello -precisa Jolanda Capriglione, presidente del Club per l’Unesco, Caserta- è cominciata tanto tempo fa non solo per la nostra naturale vocazione all’attenzione per i Beni Storici, ma anche perché abbiamo chiesto e ottenuto che l’Unesco dichiarasse il sito ‘Monumento di Pace’. Allora abbiamo lavorato in solitudine, ma ora ci fa piacere accompagnare la Fondazione nel nuovo percorso verso il riconoscimento Unesco. La convenzione rimarca in maniera forte e innovativa il legame plurisecolare di Carditello con il territorio tutto: non è una Reggia, ma una Reale ‘fabrica’ in senso vitruviano che nasce per essere produttiva e, soprattutto, autonoma economicamente. Ben vengano, dunque, le iniziative atte a richiamare gli antichi splendori e, al contempo, facciano nascere nuove economie”.