Costume

Pizzaiuoli, un presepe di pizza per i tre anni del riconoscimento Unesco

Eduardo Cagnazzi

Miccù (Apn): "In questo particolare momento storico è significativo valorizzare le identità partenopee". Due arti conosciute in tutto il mondo da salvaguardare

Tre anni fa l’Unesco ha iscritto l’Arte del PizzaiUolo napoletano nell’elenco del patrimonio immateriale dell’umanità. In occasione del terzo anniversario del riconoscimento, per iniziativa dell’Associazione PizzaiUoli napoletani (Apn), lunedì 7 dicembre sarà allestito presso la Basilica di Santa Chiara a Napoli un presepe interamente realizzato con l'impasto della pizza. 

L'opera, unica nel suo genere, è il frutto di una collaborazione durata mesi tra gli artigiani presepiali e i maestri degli impasti. A lavorare, in perfetta sinergia, i pizzaiuoli dell'Apn, presieduta da Sergio Miccù che ha fortemente voluto questa installazione, ed i volontari dell'Associazione "I Sedili di Napoli onlus", presieduta da Giuseppe Serroni. Pizza e Presepe diventano quindi i grandi protagonisti di una iniziativa senza precedenti.

L'opera artigianale, completamente realizzata a mano, le cui dimensioni sono tre metri di diametro per due metri di altezza, mette insieme gli elementi più caratteristici di Napoli e della sua storia. Farina e legno, acqua e sughero, si uniscono per dar vita ad una creazione inedita che celebra il terzo anniversario del riconoscimento Unesco  e valorizza, all'unisono, l'antica arte della rappresentazione della natività proprio nel periodo delle celebrazioni natalizie. 

Sergio Miccù, presidente dell'Associazione PizzaiUoli napoletani (nella foto a sinistra con Serroni), spiega che l'idea nasce per valorizzare lo storico e inscindibile connubio tra l'arte del pizzaiuolo napoletano e l'arte presepiale partenopea, due elementi identitari e culturali della nostra città e del nostro territorio. “Tre anni fa, il 7 dicembre 2017, abbiamo raggiunto lo storico traguardo del riconoscimento Unesco per l'arte del PizzaiUolo napoletano, ma è molto importante sostenere anche la tutela e la valorizzazione dell'arte del presepe che ritrova nelle mani degli artigiani napoletani la sua storia e la sua appartenenza, proprio come avviene con la pizza. Realizzare questa opera artigianale così inedita è stata una sfida difficile ma molto affascinante e ha visto i nostri maestri pizzaiuoli lavorare fianco a fianco degli artigiani presepiali per tre mesi. Viviamo un momento di difficoltà e per questo motivo è nato il connubio tra Pizza e Presepe che ha un forte significato storico-culturale". 

Giuseppe Serroni, presidente della onlus “I Sedili di Napoli”, aggiunge:  “Abbiamo visto nascere un'opera d'arte originale ed irripetibile. L'installazione che contiene al suo interno tutti i canoni settecenteschi del Presepio napoletano, ricco di rimandi dottrinali e di memorie storiche, per la prima volta assoluta rende omaggio all'arte dei pizzaiuoli, patrimonio Unesco, grazie all'impasto di pizza e rinnova un legame popolare tra i due elementi identitari per i quali Napoli è amata e conosciuta in tutto il mondo. Il progetto, condiviso tra l'Apn e “I Sedili di Napoli onlus”, è finalizzato alla ricostruzione di una delle tante chiese chiuse di Napoli: la neogotica Santa Maria Stella Maris e San Biagio dei Caciolii che è riprodotta su questo fantastico presepio di pizza e che vogliamo riportare al suo antico e dimenticato splendore". 

L'iniziativa è in collaborazione con la società in house della Regione Campania, Scabec, ed ha il patrocinio della Fondazione UniVerde.