Costume

Propaganda online, Pd in cima alla classifica delle spese

C’è anche la ‘bestia’ Dem. La classifica di Openpolis lo rivela: speso più di mezzo milione, i dem in testa con 164mila seguiti da Matteo Salvini

Europee 2019, Pd in cima alla classifica per la propaganda online

Non solo Matteo Salvini. La campagna elettorale per le elezioni europee 2019 ha impegnato tutti anche su internet. È sui social, Facebook e Twitter in particolare, che i partiti cercano di accaparrarsi i voti degli indecisi e bombardano gli utenti con campagne incessanti. Lo rivela l’Huffington Post riportando uno studio di Openpolis. Prima sorpresa: a guidare la classifica di ‘spendaccioni’ della rete non è Matteo Salvini, delle cui campagna tanto si è parlato, ma il Partito Democratico.

Europee 2019, Pd in cima alla classifica per la propaganda online – PROPAGANDA ONLINE

Lo studio ha analizzato le sponsorizzazioni dei profili dei politici e dei partiti da marzo a maggio. In questo periodo complessivamente sono stati spesi circa 660mila euro: 568 su Facebook e 92 su Google. Sopra a tutti il Partito Democratico, che ha speso 164mila euro, seguito da Matteo Salvini a quota 152mila e Silvio Berlusconi, 93mila. La scelta degli schieramenti presenta però una differenza interessante: mentre nel caso del Pd a essere stati sponsorizzati sono i post del partito, la strategia di Lega e Forza Italia ha puntato tutto sulle personalità di spicco dei due partiti.

Europee 2019, Pd in cima alla classifica per la propaganda online – OPENPOLIS

Scrive ancora OpenPolis che “lo schieramento di centrosinistra, considerando il profilo del partito, del segretario e dei vari capolista, ha speso in totale €197.893. Abbiamo poi la Lega (€152mila) e infine Forza Italia (€142mila). Da notare come il Movimento 5 stelle sia stato il partito, tra quelli più grandi, che ha investito meno attraverso i canali ufficiali in sponsorizzazioni su Facebook e Google: solamente 50 mila euro”.

Europee 2019, Pd in cima alla classifica per la propaganda online – LA LEGGE

Insomma, un ruolo in costante crescita, quello di internet e dei social, nelle ultime tornate elettorali. Lo sudio presentato rileva anche come la normativa nazionale in materia sia ancorata alla legge 515/1993, che regola lo svolgimento delle campagne elettorali, e alla 212/1956, sulla propaganda elettorale. Nessuna delle due integrata e adattata al diffuso utilizzo che la classe politica fa dei social e degli strumenti di comunicazione online. Controindicazioni: l’elusione dell’obbligo di indicare i finanziatori delle inserzioni sui manifesti elettorali o di quello sul silenzio elettorale vigente dal giorno che precede il voto.