Costume
"The Masters of beauty": Gino Sorbillo e la Margherita d'argento
In un video diretto da Andrea Savoia la creatività dei due artisti. Un omaggio dei must della cucina e della gioielleria a salvaguardia dell'arte partenopea
Pizzeria e artigianato. Due mondi che si incrociano, la creatività di due artisti in 90 secondi di immagini serrate nel video “The Masters of beauty”. Protagonisti Gino Sorbillo e Flavio Toro, gastronomia ed oreficeria, la manifattura che accomuna entrambi. Il primo è maestro pizzaiolo famoso in tutto il mondo, l’altro è un giovane orafo che nella sua ultima collezione “L'oro di Napoli”, ha deciso di omaggiare i must della cucina partenopea, tramutando la Margherita in un gioiello d’argento.
La clip diretta da Andrea Savoia con la consulenza artistica di Roberta Madonna, ritrae i due intenti a creare una pizza. Sorbillo è nel suo quartier generale in via dei Tribunali e stende con maestria la pasta per poi condirla con olio, pomodoro e basilico. Toro è nella sua bottega Eres Design al Vomero a forgiare dal metallo prezioso una forma cilindrica. Una telefonata tra di loro, l’intesa per cooperare ad una importante missione: salvaguardare le arti di Napoli.
La storia di Sobillo comincia nel '24 con Luigi e Carolina pizzaioli, genitori di ventuno figli diventati tutti pizzaioli. Quando i due muoiono prematuramente la licenza del locale passa a Esterina, la primogenita. Gino, figlio di Salvatore e diciannovesimo dei piccoli Sorbillo, comincia la sua carriera nel locale di famiglia molto presto consegnando pizze a domicilio e servendo ai tavoli. Oggi è lui che porta avanti con grande orgoglio ed altrettanta dedizione la tradizione di una delle dinastie di pizzaioli più prolifere di Napoli, a cui rende omaggio sin dal menu: le sue pizze si chiamano, infatti, Carolina, Ciro, Ettore o Marisa, come i suoi nonni, i suoi zii ed il suo papà.
Diplomato alla scuola di orafo-gioielliere presso il Tarì di Marcianise, dove viene notato per le sue abilità da un’azienda per la quale svolge uno stage di circa un anno, Toro inizia a lavorare presso uno dei laboratori più prestigiosi della gioielleria napoletana dove approfondisce le antiche tecniche di lavorazione del fashion e del design. Dopo anni di laboratorio, decide di non volersi dedicare più esclusivamente all'ideazione, al disegno e alla creazione dei suoi gioielli, ma di poterne curare tutte le fasi, compresa l'esposizione e il rapporto con la clientela. Eres Design è la sua più completa espressione.