Costume

Turismo, Napoli non crolla ma situazione preoccupante. Crollo camere del 30%

Eduardo Cagnazzi

Izzo (Federalberghi): "Pesano la mancanza di stranieri e la paura di una seconda ondata. La ripresa potrà esserci quando si apriranno i voli internazionali".

La mancanza di stranieri fa crollare le presenze negli alberghi partenopei che registrano ad agosto un’occupazione di camere pari ad appena il 49%  con un crollo, rispetto allo stesso periodo del 2019, del 79%. Tuttavia, sostengono gli albergatori, poteva andare peggio viste le premesse del mese di luglio che aveva fatto segnare il 30% di occupazione. Ma le notizie negative arrivano dal mese di settembre, storicamente uno dei migliori dell’anno dal punto di vista turistico, caratterizzato da cancellazioni e poche prenotazioni. “Stiamo soffrendo molto la quasi totale assenza di turisti stranieri”, ha dichiarato  il presidente di Federalberghi Napoli, Antonio Izzo. “Una vera ripresa potrà esserci solo quando l’aeroporto di Capodichino tornerà a regime e si riapriranno, in maniera costante, mercati internazionali, in particolare per Stati Uniti, Giappone e i principali paesi europei”.

Oltre l’80% dei turisti in città sono stati italiani che hanno usufruito anche del bonus vacanze, provvedimento che ha riscosso abbastanza adesioni, ma per valutarne gli effettivi benefici per il comparto alberghiero, bisognerà aspettare la fine dell’anno. “La città ha vissuto di alti e bassi. Alcune strutture sono riuscite a lavorare abbastanza bene raggiungendo risultati soddisfacenti, visto il periodo, sia in termini di occupazione che di fatturato, ma la maggior parte ha sofferto e continua a soffrire. Le prospettive non sono positive, in particolare nel mese di settembre, a causa di un ritorno di paura per il virus che non invoglia a viaggiare. Sta calando anche il turismo di prossimità”.

Il dato sulla permanenza media (2,4 notti) resta abbastanza buono, ma con bassa occupazione camere incide poco nell’economia delle strutture alberghiere.

“Offrire sicurezza dal punto di vista sanitario e certezze dal punto di vista economico è l’unico modo per ripartire in maniera organica. Il prossimo obiettivo è il periodo natalizio, ma realisticamente la primavera del 2021 è da individuare come momento di rilancio.”