Cronache
25 anni fa la Strage di Capaci. Bisi:“Onoriamo figure di Falcone e Borsellino"
Il 23 maggio 1992 nell’attentato di Capaci moriva Giovanni Falcone, magistrato impegnato in prima linea nella lotta antimafia, insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Pochi mesi dopo, il 19 luglio dello stesso anno, perdeva la vita nella strage di via Amelio l'amico e collega Paolo Borsellino. Il Grande Oriente d’Italia ricorda queste due grandi figure, che si batterono per la verità e la giustizia fino al sacrificio, “eroi di tutti gli italiani”, “esempi di professionalità e coraggio”, che con “la massima fedeltà allo stato e all’immenso equilibrio nel valutare i fatti hanno costituito la costante bussola di magistrati a cui tutti noi dobbiamo tanto”.
“Noi liberi muratori – ha sottolineato il Gran Maestro Stefano Bisi - vogliamo ottenere quella stessa Libertà che auspicavano Falcone e Borsellino e che pensiamo che bisogna trasmettere senza sosta ai cittadini del nostro Paese. A partire dalle scuole, palestre di tolleranza, e luoghi dove fare crescere il grande albero della cultura. Ma anche nei posti di lavoro dove l'uomo svolge la propria attività quotidiana e dove bisogna sensibilizzare le coscienze”.
Il Gran Maestro, che nei giorni scorsi si è recato nella Locride, terra martoriata dalla criminalità organizzata e dove insieme a 18 sindaci ha reso omaggio ai Cinque martiri di Gerace fucilati per essersi ribellati alla tirannide borbonica, ha aggiunto: “ Da un territorio della Calabria spesso alla ribalta delle cronache ed anche ingiustamente emarginato del nostro Paese è partito un fortissimo messaggio di Liberta' e di Legalità che non ha bisogno di slogan ma di azioni concrete e di fatti. La Libera Muratoria è sempre pronta battersi per l'affermazione della legalità ed è contro ogni mafia o consorteria del malaffare. Così come intende stare al fianco delle Istituzioni che hanno rispetto della Costituzione e dei principi che essa promana per tutti i cittadini senza operare discriminazioni e distinzioni antigiuridiche”.
“Falcone - ha tenuto a ricordare anche il Gran Maestro- un giorno pronunciò una frase che mi ha colpito: "il sospetto non è l'anticamera della verità ma quella della calunnia". Parole che tutti dovrebbero sempre tenere presente prima di montare teoremi ed operare magari atti che possono incidere gravemente sulla vita delle persone e delle libere associazioni. “Vorrei che il 23 maggio tutti i fratelli ne onorassero la figura con un pensiero in occasione delle tornate di Loggia in tutti gli Orienti dell'Ordine. Credo che sia un doveroso, necessario e costante atto da fare con il cuore per uomini che hanno pagato duramente la loro aspirazione alla Libertà”.