Cronache

"Stadi aperti, è l'ora dei concerti. Musica salva grazie al digitale"

di Elisa Scrofani

"Il bilancio post covid per la musica registrata non è in perdita. Con le tecnologie digitali e lo streaming +30% di abbonamenti". Parla Enzo Mazza, ceo Fimi

Quali sono i generi che vanno per la maggiore?

Il rap e l’hip hop. Hanno dominato le classifiche italiane, portando molti artisti giovani ai vertici, e questo anche perché il consumo di musica da parte della cosiddetta generazione Z è prevalentemente orientato verso questi artisti e generi

Un elemento mancante nella “digitalizzazione”?

Per esempio la necessità di recepire la direttiva sul copyright, adottata a livello europeo ma non ancora recepita in Italia. Servirà anche per proteggere meglio i contenuti online e per garantire una remunerazione adeguata e bilanciata per tutte le piattaforme. Ci sono infatti ancora delle problematiche rispetto a piattaforme come YouTube e quelle come Spotify. Un “divario di valore”, come lo chiamiamo noi, tra le piattaforme di video streaming e quelle di audio streaming

La situazione economica degli artisti com’è?

Ma la situazione economica più complessa, in questo momento, è quella che riguarda i lavoratori del comparto musicale, che hanno subito un fermo lavorativo di quasi un anno, con problematiche anche di garanzie. Sono diciamo i ‘lavoratori fragili’, che lavorano a tempo. E c’è anche il problema della dispersione delle risorse. Molti che lavoravano nel settore della musica dal vivo hanno cercato altri impieghi.