Cronache
A Roma una corsa per le donne. E questa bandiera è portata da Virginia Raggi
Roma avrebbe meritato una sfida tra Raggi, Meloni e Cirinnà. Ma solo la prima ha scelto di esserci
*di Giuliano Pacetti
Virginia Raggi non è solo una straordinaria Sindaca, ma la conferma che le donne possono giocare un ruolo determinante per la crescita di una società che non perde occasione per condannarle nell’eterno ieri del retropalco. Roma avrebbe meritato una corsa fatta dalle donne più rappresentative degli schieramenti: Virginia Raggi, Monica Cirinnà e Giorgia Meloni.
Monica Cirinnà ha assestato un poderoso ceffone al Partito Democratico e si è chiamata fuori dalle primarie; Giorgia Meloni, che nel 2016 non riuscì neppure ad andare al ballottaggio contro Virginia Raggi, non sarà disposta a rischiare una nuova bocciatura.
Elettori di centrodestra trattati come bestie da tiro e costretti a votare la “qualunque”
Gli elettori vicini al centrodestra sono costretti a stare al giogo di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, tanto sono impegnati nella folle corsa ad essere i primi della classe, costi quel che costi. Elettori trattati al pari delle bestie da tiro, ai quali sarà chiesto il sacrificio di sostenere la “qualunque”, perché Giorgia Meloni non se la sente proprio di mettersi in gioco per la città che dice di amare. Prima di Roma per Giorgia Meloni ci sono gli interessi di bottega ed è bene che gli elettori lo sappiano. Da una parte la coerenza di Virginia Raggi e dall’altra le contraddizioni della strana coppia: Salvini al Governo e Meloni all’opposizione, Salvini pronto a rinnegare la fantasticheria della Padania e la Meloni pronta ad abbracciare l’Europa. Insieme contestano Mario Draghi, ma lo cercano e lo vogliono Presidente della Repubblica. Arriveranno al punto di rinnegare Padania e Patrioti per la “scagna”? I fatti sono lì a dirci che uno vuole stare con più cadreghe sotto il sedere e l’altra preferisce non giocarsi tutto su Roma, la città che a parole dice di amare.
Maurizio Gasparri come Leonardo, Dante e Bernini messi insieme
Virginia Raggi ha fatto della sua coerenza e del suo mettersi in gioco per Roma un marchio di fabbrica, rinunciando a tutto e di più e sobbarcandosi una legislatura di insulti e di montature. Salvini e Meloni, l’un contro l’altra armati, parlano assai, ma zero decisioni. Un bla bla bla che li accompagna nella folle corsa ad essere i primi della classe, costi quel che costi all’Italia intera. I presunti migliori (sigh!) si guardano bene dal candidarsi a Sindaca di Roma e Sindaco di Milano, tanto alla fine un/una turabuchi si troverà. Agli elettori basterà raccontare la storiella che si tratta della scelta migliore, a parte loro due. Sarà uno spasso scoprire che il Maurizio Gasparri dell’occasione è più ingegnoso di Leonardo, più avvincente di Dante Alighieri nel racconto del suo inferno, un novello Bernini pronto a regalare a Roma un nuovo e più barocco Baldacchino di San Pietro. Comprendo le preoccupazioni di Crosetto sul futuro di Fratelli d’Italia, anche perché il “a Maurì facce Tarzan” non è poi così fuori dal mondo.
Protagonista assoluta è Virginia Raggi
Insomma, la corsa alla guida del Campidoglio vedrà quindi comeprotagonista donna la sola Virginia Raggi. Le hanno provate tutte per gambizzarla, ma con la dichiarazione di Giuseppe Conte finiscono definitivamente fuori dal perimetro politico le presunte congiure di palazzo. Non erano bastate le costanti dichiarazioni di Luigi Di Maio, di Roberto Fico e di Vito Crimi, concordi nel sostenere che Virginia Raggi aveva l’appoggio dell’intero Movimento 5 Stelle, a fermare la macchina del disfattismo mediatico e spegnere la ventola spruzza fango di quelli che non sanno cosa cercano. È arrivato anche il sostegno incondizionato di Alessandro Di Battista. A Roma, insomma, tutti con Virginia Raggi ed a ranghi compatti. La dichiarazione di Giuseppe Conte ha avuto il grande merito di raccogliere e confermare per Roma un percorso già iniziato e che aveva trovato grande consenso.Virginia Raggi è società civile e la rappresenta, incarnandone le prerogative: buona amministrazione, trasparenza, legalità e amore per la città nella quale è nata e cresciuta.
A Matteo Salvini resta la ruspa dei mattoncini della Lego
Le romane ed i romani nel segreto dell’urna continueranno in maggioranza a riconoscersi nella loro Sindaca, perché interpreta la voglia di portare avanti senza tentennamenti la lotta alla corruzione, anche e soprattutto ora che è sotto scorta. I cittadini hanno condiviso la soddisfazione con Virginia quando le villette dei Casamonica hanno dovuto fare i conti con la ruspa, quella vera e non quella della “Lego” di Salvini. Basta dire che Ostia ha dovuto attendere Virginia Raggi per mostrare i muscoli agli Spada, che sono stati cacciati dalle case che avevano occupato con atti violenti. Le spiagge sono tornate ai romani ed il lungomare è stato liberato dall’abusivismo e dal controllo esercitato da noti gruppi che avevano fatto dell’illegalità la loro patria. Le strade nuove, fortemente volute dall’Amministrazione guidata dal Movimento 5 Stelle, sono sotto gli occhi di tutti. Con fatica, e nonostante un’opposizione durissima, stiamo completando il risanamento di Atac e abbiamo approvato i bilanci di Ama, che finalmente è potuta ripartire con le assunzioni e l’acquisto di nuovi mezzi. Per non dire di Acea, che dopo 80 anni ha portato a casa, grazie alla nostra Amministrazione, i migliori risultati di sempre, compreso il progetto del raddoppio dell’acquedotto del Peschiera, che garantirà acqua di qualità a Roma per i secoli a venire.
*Capogruppo M5S in Assemblea Capitolina e Consigliere delegato dell’Area Metropolitana di Roma
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