Cronache
L'Isis rivendica l'abbattimento dell'aereo russo. I morti sono 224
Il gruppo fondamentalista egiziano legato all'Isis e attivo nella penisola del Sinai ha rivendicato l'abbattimento dell'Airbus 321 della compagnia low cost russa Metrojet, che è costato la vita a 224 persone. "I soldati del 'califfato' sono riusciti ad abbattere un aereo russo nel Sinai", recita una dichiarazione che sta circolando sui siti jihadisti. Ma fonti della sicurezza egiziana smentiscono con forza l'autenticità della rivendicazione e affermano che il velivolo volava a un'altitudine tale da non poter essere abbattuto dai jihadisti.
Con un comunicato su Twitter, la Provincia dell'Isis in Sinai afferma di aver abbattuto l'aereo e aver ucciso "oltre 220 crociati russi", a bordo. "Voi russi e i vostri alleati non sarete più sicuri sui cieli dei Paesi musulmani". Su alcuni siti arabi è stato pubblicato un video, nel quale si afferma di riprendere "il momento della caduta dell'aereo russo". Fonti della sicurezza egiziana smentiscono con forza l'autenticità della rivendicazione e affermano che il velivolo volava a un'altitudine tale da non poter essere abbattuto dai jihadisti, oltre 10.000 metri di altezza. Il video "è stato chiaramente fabbricato", si sottolinea: "Per abbattere un aereo a quell'altezza i jihadisti dovrebbero avere armi sofisticate che certamente non hanno".
LA CRONACA DELLA TRAGEDIA - Un aereo russo della compagnia MetroJet (in precedenza nota come Kolavia) con a bordo 217 passeggeri (17 minorenni, 138 donne e 62 uomini) e sette membri dell’equipaggio si è schiantato sul Sinai 23 minuti dopo essere decollato da Sharm el-Sheik, in Egitto. Il volo 7K9268 era partito alle 4,51 (ora italiana) ed era diretto a San Pietroburgo dove sarebbe dovuto atterrare alle 10,20. Non ci sono superstiti. Il presidente russo Vladimir Putin ha espresso le proprie condoglianze alle famiglie delle vittime, ha decretato una giornata di lutto nazionale e ha ordinato di aprire un'inchiesta per accertare le cause dell'incidente.
Secondo fonti dell'esercito egiziano nel Sinai, i resti dell'aereo, spezzati in due tronconi principali, sono stati identificati in una zona impervia nelle montagne del Sinai centrale. Sono già stati recuperati circa 150 corpi, molti dei quali ancora legati ai sedili con le cinture di sicurezza, alcuni carbonizzati, sparsi in un raggio di 5 chilometri. Recuperata anche la scatola nera. Fonti della sicurezza egiziane affermano che l'aereo è precipitato «a causa di un guasto tecnico» ed «escludono qualsiasi tipo di atto terroristico all'origine del disastro». Il velivolo, aggiungono, deve essere precipitato verticalmente, dinamica che ha fatto sì che molte parti dell'aereo prendessero fuoco. Il capo della commissione d'inchiesta, citato dal quotidiano al-Ahram, ha dichiarato che il pilota aveva segnalato un problema alla torre di controllo cambiando rotta per poter effettuare un atterraggio d'emergenza nell'aeroporto più vicino, quello di al-Arish nel Sinai settentrionale. Nel primo pomeriggio, Isis ha emesso un comunicato in cui non rivendica la caduta dell'aereo ma esprime la propria «soddisfazione» per quanto accaduto.
Fonti dell’Aviazione civile russa citate dall’agenzia Itar-Tass affermano che l’aereo, decollato alle 5,51 locali con a bordo quasi solo turisti russi di ritorno dalle vacanze (tre i passeggeri di nazionalità ucraina), alle 6,14 mentre si trovava a un’altezza di 9 mila metri ha lanciato l'Sos, poi è sceso di 1.800 metri in breve tempo prima di scomparire dai radar. Fonti dell’aeroporto del Cairo dicono che il pilota ha fatto richiesta di un atterraggio di emergenza negli aeroporti più vicini prima di sparire dagli schermi. Nel tweet qui sotto di Plane Finder il grafico (in porpora) mostra come l'aereo abbia perso improvvisamente velocità.