Cronache
Alex Pompa: "Ho rischiato di fare la fine di Gessica Malaj. Così l'ho ucciso"
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Il ragazzo che ha accoltellato il padre svela: "Bastava un piatto in più a tavola perché scattasse la violenza. Una vita da incubo, andava fermato"
Pompa: "Diceva che le donne uccise erano puttane e lo meritavano"
La strage di Frattamaggiore, costata la vita anche ad una 16enne, ricorda molto l'omicidio di Torino, in cui Alex Pompa ha ucciso a coltellate il padre violento per salvare la madre. Due storie simili con esiti diversi. La storia di Foggia "è uguale alla mia e a quella di tante altre. Era scontato - dice Alex Pompa a La Stampa - che finisse così: se vivi con una persona violenta, gelosa, morbosa, che controlla la tua vita, stai andando incontro alla morte". Era così anche a casa sua: "Papà controllava tutto. Le poche volte che la mia fidanzata è venuta a mangiare da noi, prendevamo soltanto una pizza da asporto, niente altro, mai cucinato nulla in casa".
E questo perché se lui rientrando avesse visto un piatto in più sarebbero stati guai: "Spiegare - prosegue Pompa a La Stampa - era inutile. Lo faceva diventare ancora più violento". Alex racconta un aneddoto che riguarda il fratello: "Una volta disse no al calcio, lui lo picchiò malamente e poi gli bucò il pallone con un coltello". Dice che in famiglia non guardavano mai programmi giornalistici perché "avevamo paura che si parlasse di femminicidi o stragi in famiglia e che lui le emulasse. Se lui sapeva di una donna ammazzata diceva se l’è meritato quella puttana". Io ho la mia montagna da scalare. E spero che lassù ci sia un po’ di pace. Solo quello. Voglio solo quello". Nel processo d’appello la procura ha chiesto per lui 14 anni di reclusione perché secondo i pm la sua non fu legittima difesa.