Cronache

ArcelorMittal, a Taranto sciopero indetto dal sindacato Usb

Sciopero indetto da Usb nello stabilimento siderurgico ArcelorMittal (ex Ilva) di Taranto

È in corso da questa mattina alle 7, nello stabilimento siderurgico ArcelorMittal, ex Ilva, di Taranto, uno sciopero indetto dal sindacato Usb. Oltre allo sciopero, c’è anche un presidio sindacale di protesta davanti alla direzione della fabbrica.   

Usb ha promosso lo sciopero per evidenziare lo stato complessivo della fabbrica, l’incertezza che segna il negoziato tuttora in atto fra Governo e ArcelorMittal circa il riassetto del gruppo dell’acciaio con l’ingresso del soggetto pubblico Invitalia (società partecipata Mef) e per esprimere la sua netta contrarietà rispetto all’ulteriore permanenza di ArcelorMittal.

ArcelorMittal, sciopero Usb a Taranto

Per spiegare lo sciopero di oggi, Usb dichiara che nell’acciaieria di Taranto, attualmente, su “8200 unità in totale”, ci sono “3000 in attività, 3000 in cassa integrazione e restante parte tra ferie, malattia e infortuni. Le 3000 unità al lavoro - dichiara Usb - sono destinate a scendere tra la fine di luglio e l’inizio di agosto con la fermata di altri due reparti: Produzione lamiere e Laminatoio a freddo”.   

“A questo - sostiene Usb - si aggiunge lo stato attuale degli impianti: manutenzione zero e rischio costante per chi continua ad operare in fabbrica”. Per Usb, “lo Stato, negli ultimi 11 anni, ha speso un miliardo di euro per gli ammortizzatori sociali. Con risorse di questo tipo, sarebbe stato possibile intervenire seriamente sugli impianti e discutere di una fabbrica sicura". 

Ma la protesta riguarda anche altri aspetti. Si segnalano da parte di Usb anche altre carenze. “Nulla è cambiato nello stabilimento siderurgico nonostante l’ispezione dello Spesal della scorsa settimana - prosegue - ispezione che ha fatto seguito alla segnalazione dell’Unione Sindacale di base circa il trasporto del personale eseguito nell’inosservanza dei criteri necessari a garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori”.   

Per il sindacato, “senza alcuna comunicazione dall’azienda ai sindacati, la capienza degli autobus, fissata su 25 unità per contenere il rischio di contagio Covid-19, torna a 60. Inoltre - si rileva - i servizi igienici e gli spogliatoi continuano a non essere funzionanti, così come continuano a mancare le tute e i dispositivi di protezione individuale”.