Cronache
Auguri, Benigni: compie 70 anni il giullare di corte, furbetto e opportunista
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Sui media mondiali, non solo italiani, è partita la coreografia agiografica della santificazione in vita del saltellante menestrello toscano
Roberto Benigni compleanno, 70 anni per il vincitore del Premio Oscar con il film "La vita è bella"
Il colpaccio Benigni da Castiglion Fiorentino lo fece nel 1999 quando vinse ben tre Oscar per il suo film, La vita è bella. Da quel momento divenne un idolo intoccabile del mainstream mondiale. Nessuno da allora può parlare male di Benigni, è una delle regole non scritte delle persone perbene. Il fatto è che Benigni con La vita è bella fece una operazione a tavolino furbetta e cioè associò la trama ad un evento che nessuno al mondo può sognarsi di contestare - e cioè l’Olocausto - e poi ci mise l’innocente bambino.
I due temi insieme sono assolutamente inattaccabili anche se alla regia fosse chiamato un orco del Signore degli Anelli e come attore protagonista si prendesse Nosferatu. Così lo scaltro Benigni ha blindato il suo film che gli ha dato gloria e fama imperitura oltre che una bellissima villa in un quartiere stupendo di Roma e cioè l’Aventino, terra di registi e attori, dove abitava pure il grande Nino Manfredi (altro che Benigni).
Naturalmente lui è una icona della sinistra, un beniamino delle feste dell’Unità, un toscanaccio così rosso che il Chianti arrossisce ancor di più al suo impari confronto. E per questo c’ha il villone nel posto più bello di Roma, mica al Laurentino 38. Un vero esempio di radical – chicchismo militante che annichila anche mostri sacri di quest’arte di vivere, come Fabio Fazio e Luciana Littizzetto.
Ma torniamo al Nostro. Benigni nel 2016 è in pieno innamoramento. Una passione non per Nicoletta Braschi, sua moglie, ma per Matteo Renzi. Un amore nato nei teneri tramonti sull’Arno quando i due passeggiavano mano nella mano a Firenze e Matteo gli faceva gli occhioni dolci come sa fare lui quando è innamorato e Roberto gli rispondeva dandogli un bacino castissimo sulla guancia e un gocciolone gli scendeva rapido, mentre la Toscana tutta sembrava partecipare a quell’amore così puro e disinteressato. Ma che era successo?
Dopo decenni in cui il Nostro si era girato tutte le feste dell’Unità e i Talk Show per dire quanto fosse “bella” la Costituzione, improvvisamente colpito dalle frecce di Cupido, aveva cambiato idea appoggiando il referendum di Matteo Renzi che la voleva invece stravolgere. E così Roberto B. si faceva belle trasvolate a bordo di aerei blu di Stato per cenare con la moglie Nicoletta alla Casa Bianca con Barack Obama. Vuoi mettere? Dalle bettole fumose e bestemmianti di Castiglion Fiorentino a Washington di strada ne aveva fatta, il furbo guitto circense che praticava lo sport del sollevamento segretari e scivolamento sottogonnale di attrici famose.
Poi andò come doveva andare e cioè Renzi fu brutalizzato dal popolo italiano che gli bocciò il referendum e Roberto B. sparì repentinamente di scena per diverso tempo. Se qualche giornalista lo cercava nella villa principesca lui cambiava voce al citofono e diceva “Il padrone non c’è”. Restò fuori dai media il tempo giusto perché la vicenda fosse un po’ dimenticata – che in Italia funziona così - e poi riapparì come un fantasma shakespeariano. Dapprima ricominciò a rompere i maroni nelle ore notturne e primo mattutine con repliche delle temutissime letture della Divina Commedia e poi tornò “in presenza” - come si dice in questi tempi di Covid - a besciamellare il pancino degli italiani e di Renzi non restò più nessuna traccia.