Cronache

Battisti, contro Salvini in campo il "giornale-partito" fondato da Scalfari

Pietro Mancini

Quella di lunedi' è stata, finalmente, una bella e positiva giornata non solo per i familiari delle vittime di Cesare Battisti. Ma per la politica, per la giustizia, per il Paese.

Purtroppo, c'è ancora l'Italia del rancore, dell'invidia, che non solo non applaude, ma esterna odio e livore nei confronti del ministro dell'Interno, che è riuscito a centrare un obiettivo, in  35 anni, fallito dai governanti, che lo hanno preceduto.

Il giornale-partito, fondato da Eugenio Scalfari-che, nei primi, tragici anni 70, firmò un documento, che accusava  il commissario Luigi Calabresi di aver provocato la morte dell'anarchico Pinelli, nella questura di Milano-ha posto  sullo stesso piano il ministro, che ha catturato Battisti, e il terrorista, definendoli

 "compari e solidali di grugno". E Francesco Merlo ha scritto che, "nella scena da saloon, allestita in aeroporto, si specchiano il delirio, da finto rivoluzionario, di Battisti con quello da "castigacomunisti" dei gialloverdi".

Tutto il commento è fondato su un accostamento, sconcertante, tra l'eletto dal popolo e l'assassino : come, per 37 anni, il latitante ha esibito la sua impunità, così i titolari dell'Interno e della Giustizia, a Ciampino, hanno esibito la sua cattura.... Quale sarà il prossimo passo di costoro che, in pratica, si dolgono dell'arresto, da parte del numero uno del Viminale ? Secondo Merlo, la giustizia sarebbe stata umiliata non dalla fuga e dagli sberleffi all'Italia del condannato, ma dalla "parodia della guerra tra sceriffi e banditi".

Forse, sarà, presto, promossa una raccolta di firme pro-Battisti, come quella contro l'odiato commissario Calabresi, padre dell'attuale direttore de "La Repubblica"(fu ucciso da "Lotta continua"), che ha stampato parole di comprensione per l'assassino e per il suo ghigno. Il compagno Cesare, si scrive, è stato provocato dal "nemico" Salvini, la cui legittima soddisfazione non avrebbe nulla a che fare con la civiltà della giustizia.

In realtà, agli editorialisti del giornale de'sinistra, più che i tweet  salviniani di esultanzai, bocciati da Michele Serra (autore di Claudio Biso, co-conduttore del festival di Sanremo), brucia la definizione "comunista" attribuita a Battisti dal successore di Minniti. E, infatti, Ezio Mauro-chiamato da Pansa "topolino"- impartisce al leader della Lega una lezione di storia degli "anni di piombo". La lotta contro il terrorismo, negli anni 80, certamente, è stata vinta anche grazie all'unità tra i partiti che, tuttavia, non  salvarono la vita di Aldo Moro. Ma l'ex direttore del quotidiano di "Barbapapà" non può smentire Salvini sul punto fondamentale : Battisti ha fatto parte di un gruppo di "deviazione comunista, che  prese le armi".

Quanto alla permanenza in carcere del compagno assassino, Mauro è libero di auspicarne la rieducazione e la concessione, tra qualche anno, di benefici e mega-sconti di pena. Dovrebbe, tuttavia, informare  i lettori che nel Paese è maggioritaria la speranza che il recluso "marcisca" in cella, come ha affermato Salvini, il cui linguaggio, molto esplicito e non politiclly correct, è tra le ragioni del suo gradimento, in forte ascesa, nel Paese.