Cronache
Blitz contro la mafia pugliese, fermata l'ascesa del boss Lamendola. Esclusivo
22 arresti per mafia, narcotraffico, tentato omicidio, estorsioni, detenzione di armi da guerra. L'operazione nel brindisino disegna la nuova mappa del crimine
Il maxiblitz antimafia dei carabinieri di San Vito dei Normanni
Alle prime luci dell’alba del 18 luglio nei comuni brindisini di Mesagne, Carovigno, San Pancrazio Salentino, Torre Santa Susanna e Fasano, nei capoluoghi di Brindisi, Lecce, Taranto, Foggia, Trani e nel comune barese di Corato, i carabinieri del Nor al comando del tenente Alberto Bruno della compagnia di San Vito dei Normanni guidata dal capitano Vito Sacchi, con il supporto in fase esecutiva della compagnia di Fasano, dello squadrone eliportato Carabinieri “Puglia” e del Nucleo Cinofili di Bari e Potenza, hanno condotto una articolata operazione Antimafia.
I carabinieri hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere n. 9698/2020 R.G.N.R. n.108/20 D.D.A., n. 6835/21 R. Gip, n. 138/2023 O.C.C., emessa dal gip del tribunale di Lecce Maria Francesca Mariano, su richiesta del pm Carmen Ruggiero della locale Procura distrettuale Antimafia, di concerto con la Procura di Brindisi, nei confronti di 22 soggetti, 21 in carcere, uno ai domiciliari, che devono ritenersi presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento e fino al definitivo accertamento della colpevolezza con sentenza irrevocabile.
Carmen Ruggiero, Pm DDA Lecce
L’avvio dell’attività d’indagine: l’agguato nel 2020 a un pregiudicato mesagnese
L’indagine, condotta dai carabinieri del nucleo Operativo e radiomobile della compagnia di San Vito dei Normanni, trae origine dall’agguato armato nei confronti di un sorvegliato speciale 45enne originario di Mesagne, avvenuto la sera del 5 luglio 2020 nel comune di Latiano, in cui è stata ferita anche la moglie di 38 anni.
La vittima, per puro caso e grazie alla prontezza di riflessi, non è stata raggiunta mortalmente dalla raffica di colpi calibro 9 esplosi, ma solo di striscio, trovando rifugio dietro le mura della propria abitazione.
Del fascicolo se ne è occupato inizialmente il pm Pierpaolo Montinaro della procura di Brindisi. Ma quando, a seguito delle indagini, è stata definita la cornice mafiosa, il procuratore capo Antonio De Donno ha interessato la procura distrettuale Antimafia di Lecce.
Le indagini, avviate fin da subito e concluse a settembre 2022, condotte con l’ausilio di intercettazioni audio - video, telematiche, pedinamenti, osservazioni e ricognizioni aeree, hanno consentito di acquisire considerevoli elementi a carico dei presunti esecutori materiali e del mandante del grave fatto delittuoso.
Clan Cantanna- Lamendola: il controllo del territorio brindisino
Il prosieguo dell’attività investigativa ha consentito di accertare che l’agguato sarebbe da ascriversi alle dinamiche relative al controllo del territorio da parte di una organizzazione di tipo mafioso capeggiata dal nipote del mesagnese Carlo Cantanna - condannato all’ergastolo, con sentenza della Corte d’Assise di Appello di Lecce del 26.06.2017 per l’omicidio di Tommaso Marseglia avvenuto il 22 luglio 2001 a San Vito dei Normanni -, al vertice di una cellula dell’organizzazione mafiosa denominata Sacra Corona Unita.
Geografia mafia
Organigramma sodalizio
Traffico di droga in Puglia, il core business del clan Cantanna- Lamendola
Le investigazioni, coordinate dalla procura distrettuale Antimafia di Lecce e sviluppate in piena sinergia con la D.C.S.A. (Direzione centrale per i servizi Antidroga del ministero dell’Interno), hanno permesso, altresì, di acquisire importanti elementi sulla presunta attività di traffico di sostanze stupefacenti, quale core business dell’organizzazione, attraverso cui sarebbero stati accumulati ingenti capitali che poi, oltre ad essere redistribuiti alle famiglie dei detenuti, sarebbero stati interrati nei fondi adiacenti la masseria di contrada Mascava, principale base operativa dell’associazione, situata in territorio di Brindisi ai confini con quello di Mesagne, San Vito dei Normanni e Carovigno.
Come in passato ha fatto Carlo Cantanna a masseria Canali di Mesagne, oggi bene confiscato alla mafia e protagonista di un riscatto sociale.
Sono state, quindi, individuate alcune rotte del traffico di droga, proveniente dalle province di Bari e Foggia, e tracciati i flussi per un quantitativo superiore a 50 chili di sostanza stupefacente, fra cocaina, eroina, hascisc e marijuana, successivamente, immessa, tramite i referenti di zona, sulle piazze di spaccio di San Vito dei Normanni, Brindisi, Carovigno, Fasano, San Pancrazio Salentino e Corato.
Anche la sostanza stupefacente, come le somme di denaro, è stata interrata nell’area rurale di Contrada Mascava, potendo contare sull’assoggettamento dei proprietari dei terreni.