Cronache

Blitz contro la mafia pugliese, fermata l'ascesa del boss Lamendola. Esclusivo

di Fabiana Agnello

22 arresti per mafia, narcotraffico, tentato omicidio, estorsioni, detenzione di armi da guerra. L'operazione nel brindisino disegna la nuova mappa del crimine

Ce ripigliamm' tutt' chell che è 'o nuost”, l’ascesa del boss Gianluca Lamendola

L’indagine ha, dunque, fatto luce sull’ascesa criminale dello spietato boss che, in qualità di promotore e organizzatore dell’associazione, ha attuato un’azione di rivendicazione dei territori già sottoposti al controllo mafioso di Carlo Cantanna, nel frattempo, occupati da altri affiliati che sfruttando il lungo periodo di detenzione dell’anziano reggente, lo hanno isolato, mancando di condividere i guadagni delle attività illecite con i familiari.

Il capo, emulando le condotte dei protagonisti della fiction televisiva Gomorra, a cui si ispira, ancorché, paragonato da altri affiliati al capomafia napoletano Emanuele Sibillo di Forcella soprannominato ES17, di cui ricalca anche il look, si è riappropriato violentemente degli spazi di potere erosi a scapito dei Cantanna, organizzando e partecipando a una serie di agguati armati, pestaggi e sequestri di persona nei confronti degli infedeli o di coloro che osavano ostacolarne l’espansione o fossero entrati in contrasto con gli interessi dell’associazione.

Una volta consolidata la posizione su San Vito dei Normanni, affidata a uno dei suoi referenti, ha ampliato gli interessi dell’organizzazione affiliando altri referenti nel comune di Brindisi e in quello di Fasano, i cui capizona di quel momento hanno dapprima tentato di opporsi per poi desistere sotto le violente azioni armate.

Frizioni sono nate anche con altre famiglie criminali, operanti nei territori di Mesagne, Torchiarolo (Brindisi) e Squinzano (Lecce).

Il riciclaggio del denaro: acquisto di auto per le concessionarie di famiglia

Le indagini hanno disvelato, inoltre, un collaudato meccanismo di copertura dei beni, o dei proventi, derivanti da delitto, attraverso l’investimento nell’acquisto di vetture da parte di concessionarie, riconducibili ai membri del sodalizio o ad esponenti in affari con l’organizzazione, in particolare nel traffico di sostanze stupefacenti. Tale finalità, ovviamente, non era solo connessa ad aspetti meramente elusivi, per beneficiare dei vantaggi fiscali che ne derivavano ma, soprattutto, per riciclare il denaro immesso nei circuiti legali dell’economia.