Cronache
Camerun, sequestro lampo di 12 ostaggi: è giallo sul blitz
Dodici turisti europei, tra cui 5 italiani, sono stati liberati dopo essere stati presi in ostaggio nel Camerun occidentale da miliziani separatisti
Un sequestro lampo, solo 6 ore, dai contorni ancora un incerti. L'unica sicurezza e' il lieto fine per il gruppo di 12 turisti europei, 7 svizzeri e 5 italiani, che dopo essere stati presi in ostaggio da un gruppo separatista nel Camerun occidentale, hanno riavuto la liberta'. Poco chiara la dinamica dei fatti, con le autorita' camerunensi che hanno rivendicato una "operazione speciale" per la loro liberazione mentre un turista svizzero, Alfredo Eggemann, ha invece raccontato che sono stati liberati dagli stessi miliziani. Il gruppo viaggiava con l'organizzazione 'African Adventure Group' nella zona di Moungo-Ndor, diretti al sito turistico 'Twin Lakes', una coppia di laghi vulcanici sul Monte Muanenguba. Sono stati rapiti da ribelli separatisti che lottano per l'indipendenza della regione occidentale del Paese, a prevalenza anglofona. Il 1 ottobre scorso, i miliziani avevano dichiarato la nascita simbolica dello Stato 'Ambazonia', un'iniziativa alla quale il presidente camerunense Paul Biya ha risposto con il pugno di ferro, imponendo coprifuoco, restrizioni sugli spostamenti e raid delle forze di sicurezza. Nelle ultime settimane la situazione e' peggiorata, con attacchi a militari e civili insieme a una serie di sequestri. Il gruppo armato Ambazonia Defence Forces (Adf), il principale della zona, ha negato - tramite il suo leader Cho Abaya - di essere coinvolto nel sequestro degli occidentali. E' il secondo episodio a danni di stranieri nella regione dall'inizio dell'anno, dopo il rapimento a meta' marzo di due ingegneri tunisini, finito in tragedia con l'uccisione di uno dei due durante l'operazione dell'esercito per liberarli. A rivelare il sequestro e la successiva liberazione dei 12 europei e' stato il ministro della Comunicazione di Yaounde', che in un comunicato ha parlato del gruppo "preso in ostaggio da una banda di terroristi armati" nella zona di Nguti, e poi liberato dai militari lunedi' "in una operazione". Il governo camerunense ha annunciato anche la liberazione di 6 consiglieri municipali in un'altra operazione nella vicina regione nord-occidentale precisando che durante i raid "decine di miliziani sono stati neutralizzati e sono state sequestrate grandi quantita' di armi, munizioni e droga". Diversa la versione del turista svizzero Eggemann che a Il Corriere del Ticino ha riferito come il gruppo sia stato fermato da "oppositori del governo" armati che hanno tolto loro chiavi e passaporti. Dopo 6 ore, e' arrivata la liberazione: "Abbiamo avuto paura" ma "ci hanno lasciato andare via e ci hanno ridato tutto. Non ci hanno rubato nulla e non ci hanno fatto del male", ha sottolineato Eggemann, raccontando che una volta liberati hanno incontrato poco lontano la polizia "che diceva che ci stava cercando".
Contrariamente a quanto annunciato dal ministero della Comunicazione camerunense, per il ticinese "non si e' trattato di un atto terroristico e le autorita' locali hanno, secondo me, gonfiato la vicenda". Su Facebook, Eggemann ha postato una foto del gruppo - 11 i turisti visibili - insieme a soldati locali pesantemente armati e ha ironizzato: "Camerun pieno di colpi di scena ... in compagnia delle B.I.R brigate intervento Rapid... che poi cosi' veloci non sono". Il gruppo continuera' la vacanza, riporta Ticino News, e tornera' a casa tra una decina di giorni. Intanto in Italia, la Procura di Roma ha aperto un'inchiesta sul sequestro 'lampo' dei cinque turisti italiani e attende comunicazioni ufficiali da parte della Farnesina per ricostruire quanto accaduto. Secondo la stampa camerunense i turisti italiani sono: Enrico Manfredini, Andrea Calderato, Andrea Miliardi, Diego Pontremoli e Gianfranco Brini. Martina Cristofori, moglie di Andrea Calderato, ha confermato che "quello che e' arrivato ai media in queste ore e' quanto successo, tutti stanno bene ora e stanno infatti proseguendo il viaggio". "Quello che so io sui fatti sono le stesse cose che ho letto in queste ore sui siti, nulla di piu", ha proseguito. "Purtroppo non si trovano in posti molto raggiungibili e quindi le comunicazioni non sono cosi' semplici".