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Cronache
Maltempo, fiume di fango nel Casertano. Chiesto lo stato di calamità in Campania. Si cercano i dispersi

Maltempo Campania, fiume di fango a San Felice a Cancello: due dispersi

Nella giornata di ieri, mercoledì 29 agosto, a Talanico, nella frazione di San Felice a Cancello (Caserta), un fiume di fango è sceso dalle colline. Sono bastati solo 15 minuti di pioggia, per provocare grossi danni alle infrastrutture e ai cittadini. Non solo, non si trovano due persone che sarebbero state travolte e portate via dalla massa di fango e detriti che si è abbattuta sulla frazione. I cittadini parlano di "poca manutenzione" e il sindaco di San Felice è d'accordo. Ha anche chiesto lo stato di calamità naturale e ha confessato di sentirsi "un po' abbandonato" dalle istituzioni.

Chi sono i due dispersi: madre e figlio di 74 e 42 anni

I Vigili del fuoco stanno cercando senza sosta la 74enne Agnese Milanese e il figlio Giuseppe Guadagnino, di 42 anni. Grazie all'aiuto di cani molecolari, droni, gommoni e sommozzatori, i due si stanno cercando in un canalone nel pieno centro della frazione. Proprio lì, è stata ritrovata l'Apecar sulla quale i due viaggiavano nel tentativo di scappare dal maltempo.  È ridotta a un catorcio.

Secondo quanto riporta Ansa, madre e figlio erano usciti ieri pomeriggio per andare a raccogliere le noci, per paura che la pioggia incombente potesse rovinare il raccolto. Quando ha iniziato a diluviare e grandinare in modo violento, i due hanno fatto in tempo a raggiungere l'Apecar. Davanti a loro, in un altro mezzo a tre ruote, c'era Raffaele, figlio di Agnese e fratello di Giuseppe.

Questa mattina, appoggiato al parapetto che dà sul canalone, piangeva disperato. Raffaele ha raccontato: "Erano dietro di me, poi a una curva io sono passato e loro non li ho visti più. Rischio di restare solo", aggiunge l'uomo, alludendo al fatto che un altro fratello è morto molti anni fa colpito da una scarica elettrica mentre faceva il muratore, e anche il padre non c'è più. "Li ho cercati tutta la notte, li abbiamo cercati anche con i droni dei vigili del fuoco, ma inutilmente", non si da pace Raffaele. 

Ad aiutare nelle ricerche è anche Alessandro, con cui Giuseppe lavorava come asfaltista: "Dovevamo vederci stamattina alle 6.30 per andare a lavorare", dice con la voce rotta. "Era un ragazzo serio e attaccato alla madre. E pensare che erano arrivati a cento metri dalla casa in cui abitano quando sono stati travolti".

Le ricerche e una delle presunte cause del disastro

Il prefetto di Caserta, Giuseppe Castaldo, ha coordinato le operazione di ricerca dei dispersi e messa in sicurezza del territorio, dopo aver effettuato un sopralluogo e una riunione tecnica in Comune. Dopo di questa ha disposto un rafforzamento delle "unità in campo per la ricerca delle due persone", spiegando che una delle concause del disastro potrebbe essere stato anche l'incendio che, ad inizio agosto, ha devastato la pineta della collina da cui si è staccata la colata di fango e detriti, diventato poi un fiume in piena. 

"Sicuramente la mancanza di alberi in alcuni punti della collina ha indebolito la capacità di resistenza del terreno; gli alberi avrebbero forse potuto rallentare la frana o mitigare quando accaduto. Ma queste sono valutazioni che faremo in una fase successiva. Ora dobbiamo concentrarci sulle ricerche e sulle opere urgenti di messa in sicurezza".

I cittadini che ripartono e il sindaco che chiede lo stato di calamità naturale

I cittadini, in ogni caso, cercano di ripartire in fretta. Spalano via il fango dalla strada e riaprono i locali: due bar sono già a regime. Qualche residente, sempre secondo Ansa, parla di un "paese lasciato solo" e di scarsa manutenzione del territorio. Il territorio di San Felice è sempre stato fragile dal punto di vista idrogeologico, spesso soggetto ad allagamenti. 

Questa volta, però, è stato diverso. Lo spiega il sindaco del Comune, Emilio Nuzzo: "Il paese ha subito gravi danni dopo una pioggia durata al massimo quindici minuti. Abbiamo chiesto lo stato di calamità naturale e ci sentiamo un po' abbandonati, perché più volte, ma invano, avevamo denunciato il dissesto". 

LEGGI ANCHE: Maltempo, un centinaio di interventi in Lombardia

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