Cronache

Carabinieri Piacenza, le confidenze al pusher: “Gli ovuli li vendo a 100 €"

L'altro carabiniere Salvatore Cappellano si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio


CARABINIERI PIACENZA, CARTE MONTELLA: 'FACCIO GLI OVULI E OGNUNO LO RIVENDO A 100 EURO'

"Devo prendere una panetta (di hashish, ndr) e faccio gli ovuli. Minchia, gli ovuli li vendiamo subito… Ogni ovulo lo vendo a 100, 120 euro. Li vendo a occhi chiusi, che spettacolo". Parlava così, secondo le intercettazioni riportate negli atti dell'indagine, l'appuntato dei carabinieri Giuseppe Montella, principale indagato nell'inchiesta della procura di Piacenza che ha ricostruito come i militari in servizio nella caserma Levante avessero messo in piedi un giro di arresti illegali, spaccio di droga, pestaggi ed estorsioni fin dal 2017. "Io se gli faccio vedere gli ovuli quello impazzisce", prosegue Montella parlando con Daniele Giardino, uno dei pusher finiti in carcere mercoledì, e riferendosi a uno dei suoi galoppini, "gli dico: 'Io li ho pagati cari, se li vuoi stanno a tot'".

CARABINIERI PIACENZA, CARABINIERE CAPPELLANO SI AVVALE DELLA FACOLTA' DI NON RISPONDERE 

Salvatore Cappellano, uno degli appuntati dei carabinieri fino a mercoledì in servizio alla stazione di Piacenza Levante, ora posta sotto sequestro, indagato nell'ambito dell'inchiesta della procura piacentina insieme ad altri nove colleghi, si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio di garanzia oggi in carcere a Piacenza, secondo quanto si apprende. Cappellano è difeso dall'avvocato Talita Zilli. Gli altri tre carabinieri sentiti tra ieri e oggi all'interno del penitenziario hanno invece collaborato rispondendo alle domande di gip e pm. E' ancora in corso l'interrogatorio dell'appuntato Giuseppe Montella, individuato dagli inquirenti come il principale promotore degli illeciti contestati. Piacenza

CARABINIERI PIACENZA, INFORMATORE, 'GIA' NEL 2016 PROPOSTA DI MONTELLA COLLABORARE IN CAMBIO DI DENARO O DROGA'

L'informatore 26enne marocchino da cui è partita l'inchiesta della procura di Piacenza che vede ora indagati dieci carabinieri e che ha portato al sequestro della caserma Levante, raccontava di conoscere l'appuntato Giuseppe Montella, attorno a cui ruota l'indagine, fin dal 2010 e di aver ricevuto da lui già nel 2016 la proposta, poi accettata, di collaborare all'arresto di spacciatori della zona in cambio di una percentuale del denaro o della droga sequestrata, come si legge nelle oltre 900 pagine della richiesta di misure cautelari firmata dalla procura. ''Montella'', spiegava ancora l'informatore, ''in modo molto esplicito mi ha detto che se avessi avuto qualche operazione 'cotto e mangiato', senza svolgere indagini lunghe, una parte del denaro e dello stupefacente pari al 10% poteva essermi data come compenso''. Il 26enne veniva anche tranquillizzato dallo stesso carabiniere che ''nel caso di eventuali controlli potevo fare il suo nome e anche chiamarlo personalmente''.

CARABINIERI PIACENZA, INFORMATORE: 'MONTELLA DICEVA CHE CARABINIERI ERANO TUTTI SOTTO SUA 'CAPPELLA''

"Io principalmente parlavo con Montella, il quale mi diceva che comunque tutti gli altri carabinieri della stazione (Levante, ndr) erano 'sotto la sua cappella', compreso il comandante Orlando". Parlava così il 26enne marocchino dalle cui parole è partita l'inchiesta della procura di Piacenza che vede ora indagati dieci carabinieri e che ha portato al sequestro della caserma Levante. Le registrazioni audio delle dichiarazioni del 26enne - già in passato arrestato per spaccio e diventato nel frattempo informatore dell'appuntato Giuseppe Montella, principale indagato della vicenda - erano infatti state fatte ascoltare in procura dal maggiore dei carabinieri Rocco Papaleo, oggi comandante della Compagnia di Cremona e all'epoca alla guida del Nucleo investigativo di Piacenza, convocato in quell'occasione per un'altra indagine, e che ha così dato il via all'inchiesta.

CARABINIERI PIACENZA, DI MAIO: 'REAZIONE GUERINI E NISTRI E' STATA ESEMPLARE'

"Le accuse nei confronti dei carabinieri arrestati a Piacenza sono pesantissime. La notizia ha fortemente colpito l'opinione pubblica e non poteva essere altrimenti. Ma la dura reazione del ministro Guerini e anche quella del Comandante generale Nistri sono state esemplari". Lo scrive in un post su Facebook Luigi Di Maio, aggiungendo che "chi sbaglia, macchiandosi di reati peraltro così gravi, deve pagare". "Ed è soprattutto in questi momenti che bisogna difendere l'Arma da chi ne infanga il nome e la storia. I nostri uomini e donne in uniforme, ogni giorno, in Italia e all'estero, rischiano la propria vita per la nostra sicurezza, in condizioni spesso anche difficili e complesse. Ed io li ringrazio. Li ammiro. Oggi più che mai", prosegue il ministro degli Esteri. "A tutta l'Arma dei Carabinieri va il mio abbraccio e la mia profonda vicinanza. A testa alta, con onore, come sempre", conclude il ministro.