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Cronache
Carceri, un recluso su tre è straniero. Lo Stato spende 1 mld di euro all’anno

Le nostri carceri ospitano 60.881 reclusi a fronte di una capienza di 50.472 persone. Come scrive Libero, il 30% dei detenuti è di origine straniera, l’equivalente di 20.225 unità. Il costo medio giornaliero per singolo detenuto è di 131,39 euro. Per mantenere tutti gli stranieri in un mese si spendono 82.378.245euro e in un anno 988.538.943. Quasi un miliardo di euro ogni 12 mesi. Le donne straniere sono in totale 943. Le nazionalità con il più elevato indice di detenuti sono: marocchina (3.808, 18%), albanese (2.429, 12%), rumena (2.420, 12%), tunisina (2.033, 10,1%), nigeriana (1.647, 8,1%), egiziana (556, 2,7%), gambiana (514, 2,5%), senegalese (486, 2,4%),algerina (484, 2,4%). I principali delitti di cui essi si sono macchiati  sono in particolare reati contro il patrimonio, traffico di sostanze stupefacenti e reati contro la persona, come omicidio, lesioni personali, violenza privata e sessuale.

Sempre come scrive Libero, molte carceri sono in sovraffollamento come il penitenziario di Napoli “G. Salvia” di Poggioreale, che potrebbe accogliere 1.635 posti, ma ne rinchiude 2.147, di cui 282 di cittadinanza non italiana; quello di Secondigliano, ha 1.020 posti e 1.391 detenuti, di cui 95 provenienti da oltre frontiera; quello di Santa Maria Capua Vetere “F. Uccella”, con una capienza di 819 unità, 1.021 ospiti, di cui 178 stranieri. E ancora: quello di Roma “R.Cinotti” Rebibbia, dove dimorano 1.612 persone, di cui 484 stranieri, a dispetto di una capienza di 1.164; il carcere della capitale “Regina Coeli”, dove abitano 554 individui non cittadini del nostro Stato su 1.075 reclusi, a fronte di una capienza di 616. A San Vittore, nel capoluogo lombardo, gli stranieri sono invece 645 su 1.072 carcerati contro una capienza di 798. Ma il numero più alto di ristretti non italiani si trova a Torino “G. Lorusso L. Cutugno” Le Vallette: 681 stranieri su 1.523 detenuti a fronte di una capacità di 1.061.

Il sovraffollamento impedisce un trattamento individualizzato di recupero del reo, il che conduce al fallimento dello scopo detentivo, ossia la rieducazione volta al reinserimento sociale. L’Italia è già stata condannata dalla Corte Europa dei Diritti dell’Uomo per i trattamenti inumani e degradanti. Spesso il prigioniero, in certe condizioni, si incattivisce ulteriormente e in cella si specializza ancora di più nel crimine. Come se non bastasse, sempre come riporta Libero, in prigione gli estremisti possono indottrinare gli elementi più deboli. Su 12 mila carcerati di religione islamica lo scorso anno erano oltre 500 i reclusi monitorati per radicalismo islamico e per almeno 150 di loro era notevole il pericolo di radicalizzazione. L’attentatore della strage di Berlino del 19 dicembre del 2016 (12 morti, 56 feriti), il tunisino Anis Amri, giunto in Italia su un barcone carico di migranti, si convertì e giurò fedeltà allo Stato islamico proprio durante il periodo della sua reclusione sul nostro territorio.

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