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Cronache
Casamonica, la sentenza di condanna riconosce l'associazione mafiosa

"Il gruppo criminale radicato in vicolo di Porta Furba si inserisce in una galassia dedita ad attività criminali tipiche delle tradizionali associazioni di stampo mafioso"

"L'istruttoria dibattimentale, lunga ed articolata, consistita nell'acquisizione sia di prove di dichiarative provenienti da collaboratori di giustizia, da vittime dell'azione criminale del gruppo e dagli operatori di polizia giudiziaria, sia dall'apporto conoscitivo offerto da molteplici sentenze pronunciate nell'ambito del circondario nei confronti degli imputati, ha rassegnato significativi elementi di prova della natura mafiosa del clan Casamonica operante nel quadrante est della citta' di Roma, identificabile nella zona di Porta Furba".

Cosi' si legge nelle motivazioni della sentenza del 20 settembre scorso del maxiprocesso sul clan Casamonica che ha riconosciuto la mafia. I giudici della Decima sezione penale del tribunale di Roma avevano condannato 44 imputati per un totale di oltre 400 anni di carcere con accuse a vario titolo dall'associazione mafiosa dedita al traffico e allo spaccio di droga, all'estorsione, l'usura e detenzione illegale di armi.

Al processo si era arrivati dopo gli arresti compiuti dai carabinieri del Comando provinciale di Roma nell'ambito dell'indagine 'Gramigna', coordinata dal procuratore di Roma Michele Prestipino e dai sostituti procuratori Giovanni Musaro' e Stefano Luciani. "L'ampia istruttoria svolta ha investito il gruppo criminale Casamonica operante nella zona Appio-Tuscolana della citta' di Roma, con base operativa in vicolo di Porta Furba, inquadrandolo, tuttavia, in un contesto delinquenziale piu' ampio, che possiamo chiamare la 'galassia Casamonica', dotata di un indiscusso 'prestigio criminale' nel panorama delinquenziale romano" scrivono i giudici nelle oltre 1800 pagine della sentenza.

"Il gruppo criminale radicato in vicolo di Porta Furba si inserisce in una galassia rappresentata da diversi nuclei familiari autonomia tra di loro ma tutti riconducibili a una medesima discendenza e connotati da un comune senso di appartenenza e da uno spirito di mutuo soccorso, dediti ad attivita' criminali tipiche delle tradizionali associazioni di stampo mafioso, quali usura, estorsione, intestazioni fittizie di beni, spaccio di droga, e operanti nel quadrante sudest della Capitale, nei quartieri Arco di Travertino, Appio, Tuscolana, Romanina.

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