Cronache

Caso Palamara, il trojan con Pignatone era acceso ma non registrò. La svolta

Il processo a carico dell'ex magistrato rischia di saltare. Cantone prova a difendersi: "Parlerò della questione al Csm"

Caso Palamara, il trojan con Pignatone era acceso ma non registrò. La svolta

Colpo di scena improvviso nel caso Luca Palamara. Il processo a carico dell'ex magistrato rischia di essere annullato e il Csm adesso trema, perchè la perizia dell'avvocato di uno degli imputati Cosimo Ferri è riuscita a dimostrare una cosa che fino a qualche tempo fa sembrava solo una voce. Il trojan che intercettava Palamara - si legge sul Fatto Quotidiano - non registrò una sua cena con l’ex procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone. Sulla cena non intercettata, sono stati segnalati nuovi elementi dalla perizia disposta da Cosimo Ferri, difeso dall ’avvocato Nicola Panella, secondo la quale, nelle ore in cui Palamara era con l’ex procuratore capo di Roma, il suo telefono emetteva degli impulsi e quindi il trojan avrebbe potuto funzionare.

Secondo la perizia, - prosegue il Fatto - poche ore dopo, nella cena non intercettata con Pignatone, il trojan non era inattivo, lo dimostrerebbe un tabulato depositato dalla Rcs che ha fornito il trojan alla procura, e avrebbe potuto registrare le conversazioni. Una ricostruzione che ha portato tre parlamentari a chiedere, con un’interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia, Marta Cartabia, l’invio degli ispettori ministeriali a Perugia. Sul punto, il procuratore Cantone ieri è intervenuto con chiarezza: il trojan “non ha mai” registrato i contenuti della cena con Pignatone e quindi non c’è alcuna intercettazione “sparita”. Adesso tocca al Csm valutare se convocarlo per ulteriori spiegazioni. “La regolarità dell ’attività di intercettazione – ha aggiunto Cantone – è stata ampiamente attestata da una lunga e dettagliata ordinanza di un giudice”.