Cronache

Cecilia Sala, il dipartimento di Stato Usa: "L'arresto è una ritorsione dell'Iran". Formalizzata la richiesta di estradizione di Abedini

La giornalista de Il Foglio e Chora Media è stata arrestata a Teheran e portata nel carcere di Evin. Tre giorni prima a Milano è stato fermato un iraniano: spunta la "pista" della diplomazia degli ostaggi da parte dell'Iran

di Redazione

Dagli Usa arriva per la richiesta di estradizione dell'uomo fermato a Malpensa 

Cecilia Sala, giornalista professionista de Il Foglio e Chora Media, è stata arrestata a Teheran il 19 dicembre. Sala è stata trattenuta in una cella di isolamento nel carcere di Evin, conosciuto  ai più come la prigione per i dissidenti politici e gli studenti "ribelli" al regime. Tre giorni prima dell'arresto di Sala a Milano è stato fermato un uomo iraniano, il cittadino Mohammad Abedini Najafabad, bloccato su ordine della giustizia americana: tra i due casi ci potrebbe essere un collegamento. Teheran potrebbe giocarsi la carta dello scambio di ostaggi, una possibile "ritorsione" per ottenere qualcosa in cambio. 

Nel frattempo gli Usa hanno formalizzato per lui la richiesta di estradizione. Ora la parola palla alla Corte d'appello di Milano che dovrà valutare, in base alla documentazione arrivata dalle autorità americane, se ci siano le condizioni per accogliere la richiesta presentata dagli Stati Uniti. La decisione finale, dopo il via libera della Corte d'appello, è esclusivamente del ministero della Giustizia, che ha 10 giorni di tempo per rendere effettiva l'estradizione. 

Secondo il quotidiano La Repubblica che ha sentito una fonte del Dipartimento di Stato americano “la reporter è usata come leva politica" ma l'ufficio non farà nessuna marcia indietro sull’uomo di Teheran continuando sulla linea dell'estradizione negli Usa. "Chiediamo ancora una volta il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri arbitrariamente detenuti in Iran senza giusta causa", ha detto un funzionario del dipartimento di Stato degli Stati Uniti a Repubblica. 

Nel mentre gli investigatori milanesi stanno analizzando quanto è stato trovato nei bagagli dell'iraniano nello scalo milanese: componentistica elettronica compatibile con i reati contestati dalla Corte di giustizia statunitense, materiale cartaceo, bancario e commerciale, tre device telefonici e informatici. Se si tratta di materiale illegale sarà l'Autorità giudiziaria milanese a occuparsene. La Procura milanese ha poi aperto un fascicolo a modello 45, ossia senza indagati e senza titolo di reato, sulle modalità con cui è avvenuto l'arresto di Abedini, che a Malpensa era atterrato proveniente da Istanbul. L'indagine è semplicemente conoscitiva e potrebbe riguardare anche i tempi stretti fra l'emissione del mandato di arresto ai fini di estradizione, datato 13 dicembre, e il fermo dell'uomo, avvenuto nel giro di meno di tre giorni. 

Parallelamente anche la politica non smette di lavorare. Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, segue con costante attenzione la complessa vicenda di Cecilia Sala fin dal giorno del fermo, il 19 dicembre. E si tiene in stretto collegamento con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e con il sottosegretario Alfredo Mantovano, al fine di riportare a casa al più presto la giornalista italiana. D'accordo con i suoi genitori, tale obiettivo viene perseguito attivando tutte le possibili interlocuzioni e con la necessaria cautela, che si auspica continui a essere osservata anche dai media italiani. Lo si legge in una nota di Palazzo Chigi.

 

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