Cronache
Circa 200 migranti vivono in strada a Bolzano, "situazione intollerabile"

Ottanta di loro sono richiedenti asilo rimasti fuori dai centri di accoglienza, gli altri sono persone in stato di fragilità
Circa 200 immigrati vivono per le strade di Bolzano. Ottanta di loro sono pachistani e afgani: tutti richiedenti asilo che sono rimasti fuori dai centri di prima accoglienza perché non ci sono i posti. Bolzano, per la sua posizione geografica, è crocevia di flussi continui di migranti che provengono da varie rotte: da sud, dai porti di sbarco siciliani, dal Nord-Europa o dai Balcani. A descrivere la situazione è Federica Dalla Pria, coordinatrice di Antenne Migranti, un gruppo di attivisti che lavora ad un progetto di monitoraggio costante dei migranti che transitano a Verona, Trento, Bolzano e Brennero, sostenuto dalla fondazione Alexander Langer.
"E' una situazione umana intollerabile che dura da tempo. Le strade della città sono piene di migranti - afferma Federica Dalla Pria coordinatrice di Antenne Migranti -, tutti bisognosi di accoglienza e di diverse nazionalità. Da nord, in particolare, da Austria e Germania, arrivano attraversando il Brennero, soprattutto afgani e pachistani che avevano fatto domanda in altri paesi dell'Europa ma che non hanno ottenuto esito positivo alla propria richiesta di asilo. Fermati al Brennero, fanno allora domanda di asilo alla questura di Bolzano. A loro si aggiunge anche una piccola quota di pachistani, afgani, siriani e iracheni che provengono, invece dalla rotta balcanica che fanno richiesta per la prima volta in Italia". "Tutti loro, pur avendo fatta regolare richiesta di asilo e avendo il diritto all'accoglienza, non la ricevono e rimangono in lista di attesa. Li vediamo allora circolare per le strade senza meta. Nonostante il problema sia stato più volte reso noto da noi e anche dalla rete di Bolzano Accoglie fin dallo scorso dicembre - continua Dalla Pria - la provincia autonoma di Bolzano non sembra intenzionata, in accordo con il commissariato di governo, a trovare una soluzione. Una strada percorribile potrebbe essere secondo noi anche un loro trasferimento in altre città per essere accolti in strutture dove avere una condizione di vita dignitosa".
"Pur avendo fatto regolare richiesta di asilo a Bolzano, mi trovo in strada da 3 mesi - racconta un giovane di 24 anni pachistano proveniente dalla Germania dove, dopo due anni gli è stata rifiutata la richiesta - . La vita è dura, dormo poco e male in posti di fortuna anche sotto i ponti. Mi lavo nel fiume e usufruisco delle mense delle associazioni. Sono stato sentito diverse volte in Caritas perché ho bisogno di avere un posto dove vivere ma le istituzioni non mi aiutano. Vorrei andare anche a scuola per continuare la formazione che avevo iniziato in Germania". In Germania, infatti, il giovane, dopo un corso professionale, aveva lavorato in un industria di metalli e in una falegnameria. Se gli avessero riconosciuto un tipo di protezione internazionale, avrebbe già avuto un posto di lavoro. "Non è giusto lasciarci in questo stato di totale abbandono senza potere fare niente - continua il richiedente asilo -. Siamo richiedenti come tutti gli altri e ci chiediamo perché dobbiamo soffrire in questo modo". "La situazione in strada perdura da diverso tempo anche nei casi di persone con uno stato di evidente vulnerabilità sociale - dice ancora Federica Dalla Pria -. Ricordo in particolare una persona pachistana di circa 40 anni che, nonostante avesse problemi di epilessia, è riuscito ad avere un posto di accoglienza, solo dopo diverso tempo di dura vita in strada".
A Bolzano, per la strada ci sono anche una quarantina di magrebini (tunisini e marocchini) venuti dalla Sicilia con pochissime speranze di vedere un esito positivo alla propria richiesta di asilo. A loro si aggiungono circa altre 50 persone, tutte provenienti dall'Africa subsahariana che hanno ricevuto il diniego della richiesta d'asilo in primo o in secondo grado in alcune città italiane, e che hanno lasciato i centri di accoglienza. "In questo caso andrebbe valutato se la revoca dell'accoglienza è avvenuta secondi i criteri normativi corretti - sottolinea Dalla Pria - considerata la tendenza a liberare i posti nei Cas per fare entrare altri migranti in arrivo da sud". Inoltre, per la strada si incontrano ancora diversi senza dimora storici: stranieri che da tempo vivono in situazioni precarie di cui dovrebbero occuparsi i servizi sociali. A transitare si vedono anche i minori stranieri non accompagnati che cercano di andare verso il nord Europa con il rischio di cadere in giri malavitosi o di tratta. Sono, per lo più, minori africani scappati dai centri di accoglienza ma ci sono anche somali, pachistani, afgani, bengalesi appena arrivati in Italia attraverso diverse rotte e che vogliono proseguire verso il nord Europa per ricongiungersi con i familiari. Alcuni di loro dopo un periodo di strada riescono ad essere accolti in altri centri, altri ancora, invece fanno perdere le loro tracce". La provincia autonoma di Bolzano ha attualmente 27 Cas gestiti da Caritas e dall'associazione Volontarius che accolgono complessivamente 1413 richiedenti asilo. A questi si aggiungono due centri di accoglienza per minori.