Cronache
Coronavirus, 100mila contagi nel mondo. In Iran 1.234 casi in sole 24 ore
I casi di coronavirus accertati nel mondo sono ora 100.001. Le vittime sono 3.405
CORONAVIRUS, IRAN: MORTO L'EX VICE MINISTRO DEGLI ESTERI SHEIKHOLESLAM
L'ex vice ministro degli Esteri iraniano, Hossein Sheikholeslam, è morto a causa del nuovo coronavirus. Lo riferisce l'agenzia iraniana Tasnim secondo cui il diplomatico 67enne, numero due della diplomazia della Repubblica Islamica negli anni Ottanta, è deceduto in un ospedale di Teheran. Sheikholeslam è stato anche parlamentare, ambasciatore in Siria e consigliere per la politica estera del capo del Parlamento, Ali Larijani, e del ministro degli Esteri Javad Zarif.
CORONAVIRUS, IRAN: 1.234 NUOVI CASI IN SOLE 24 ORE
In Iran ci sono 1.234 nuovi casi confermati di coronavirus solo nelle ultime 24 ore. Lo ha riferito il portavoce del ministero della Sanità, Kianoush Jahanpour, durante una conferenza stampa trasmessa da Press Tv. Gli ultimi dati ufficiali parlano di 124 morti e 4.747 contagi nella Repubblica Islamica a causadella diffusione della Covid-19, dove si registrano anche 913 guarigioni. Le zone dell'Iran più colpite sono quelle di Teheran, Qom e Gilan.
Coronavirus, secondo caso in Consiglio Ue; Coreper annullato
Il Coreper II di oggi, la riunione degli ambasciatori dell'Unione Europea, è stato rinviato dopo che è stato individuato un secondo caso di funzionario del Consiglio Ue contagiato dal Coronavirus. A quanto si apprende, il funzionario in questione ha avuto contatti più ampi del primo caso che era stato confermato mercoledì. Il segretariato del Consiglio ha avviato il processo di identificazione delle perosne con cui il funzionario ha avuto stretti contatti, inclusi diplomatici degli Stati membri. Inoltre, sono state chiuse le aree in cui il funzionario era presente. Il Coreper II è stato rinviato per permettere di identificare i diplomatici che hanno avuto contatti con il funzionario contagiato. Nel palazzo del Consiglio Ue oggi è in corso una riunione straordinaria dei ministri della Sanità sul Coronavirus.
Secondo un'email interna del Consiglio Ue - di cui l'AGI ha preso visione - il funzionario risultato positivo al Coronavirus lavora nel settore Giustizia e Affari Interni ed era presente alla riunione del Coreper il 2 marzo con gli ambasciatori degli Stati membri. Ai funzionari, agli ambasciatori e ai diplomatici degli Stati membri presenti alla riunione è stato consigliato di andare a casa e entrare in contatto con il loro medico generalista. In caso di “contatto stretto” con il funzionario risultato positivo, l'email chiede alle persone interessate di restare a casa per 14 giorni a partire dalla data del 2 marzo. Per "contatto stretto" - si legge nell'email - si deve aver trascorso almeno 15 minuti a una distanza di meno di 2 metri dalla persona risultata positiva.
Coronavirus, ora è in Vaticano: smarrimento per le vie di Borgo
(di Nicola Graziani)
La normalità è una striscia di traffico che percorre via Traspontina, in direzione Prati. Il vuoto invece inizia a Ponte Sant'Angelo, scende giù per la Conciliazione e poi risale i tornanti fino all'ingresso ai Musei Vaticani, che ora in pochi scommettono resteranno aperti a lungo. "Che te frega?" dice la giovane cameriera - trucco pesantino e coda mesciata di cavallo - che si sporge a vedere i tavoli, vuoti anche questi, su piazza della Città Leonina, "Stasera non abbiano nemmeno da puli'". Sembra la battuta dell'impiegato felice che non gli arrivino le pratiche sulla scrivania. Invece è sarcasmo apotropaico, di chi evoca il peggio per tenerlo lontano. Perché se c'è una zona di Roma che al turismo - laico o religioso che sia - deve veramente tutto, questa è la fetta di case che vanno dal Passetto a Borgo Pio, passando per Santo Spirito in Sassia. Nomi che evocano tragedie passate: Passetto le fughe del Papa dai normanni del Guiscardo; Borgo Pio gli accampamenti dei Lanzichenecchi; Santo Spirito in Sassia le orde sassoni del Duecento. O, se si preferisce, le lunghe file di pellegrini accolti promiscuamente in uno stanzone a morire di chissà quale malattia, una volta arrivati a pregare sulla tomba dell'Apostolo.
Oggi l'emergenza è meno grave, ma la notizia che ufficializza l'arrivo del coronavirus oltre il Tevere e oltre il Colonnato sancisce quello che tutti temevano. Sarà dura, quest'anno. Ed un popolo che si era fatto beffe persino delle promesse di conquista dell'Isis ("Vi bloccheremo nel traffico del Grande Raccordo Anulare", fu risposto ai proclami di al-Baghadi) oggi, sotto sotto, è smarrito. Qualcosa stavolta è riuscito ad arrivare, chissà che accadrà. Sulla piazza ancora non si montano i grandi schermi che dovrebbero permettere a Papa Francesco una recita dell'Angelus lontana per lui dalle perfide correnti della finestra del suo studio, e per i fedeli dalle occasioni prossime del contagio. Se la regola è "un metro di distanza gli uni dagli altri" vuol dire, a conti fatti, che ogni fedele dovrà avere a disposizione quattro metri quadrati di sampietrini per stare al sicuro. Rischio di impraticabilità molto alto. Due in tutto le mascherine avvistate sui marciapiedi, e sono di una coppia di cinesi che ancora non ha capito che è inutile indossarle in funzione preventiva. I visi scoperti non sono più un segno di sfida al contagio, ma di consapevolezza dell'inutilità di certe precauzioni.
Comunque pare che anche la Cupola indossi la sua mascherina: da un paio di settimane sono iniziati imponenti lavori di restauro e tutto il tamburo michelangiolesco è coperto di uno strato di teloni verde acqua, come il camice del personale paramedico.
L'hanno letta quasi tutti, sui siti italiani e non, la frase del direttore della Sala Stampa Vaticana, Matteo Bruni. "Questa mattina sono stati temporaneamente sospesi tutti i servizi ambulatoriali della Direzione Sanità e Igiene", sono state le sue parole, "per poter sanificare gli ambienti a seguito di una positività al Covid-19 riscontrata ieri in un paziente". Più l'annuncio è destinato a fare scalpore, più è necessario usare un linguaggio distaccato. Razionalmente poco è cambiato nelle ultime ore. Tra San Luigi dei Francesi, dove un prete ha tossito pericolosamente tre giorni fa, e il confine di Stato con il Vaticano in fondo c'è solo un chilometro e mezzo. L'impatto psicologico invece è innegabile: lo aveva preparato, involontariamente, la notizia che anche a Bergoglio era stato fatto il tampone, con esito negativo. Niente di più normale di un tampone preventivo, in casi del genere, ma la comunicazione non parla alla testa della gente, bensì all'umore. Non stupisce quindi che l'atmosfera di oggi ricordi quella di un racconto di Guido Morselli. Perché il traffico c'è ancora, ma taglia dritto per la prima intersezione di via della Conciliazione e fugge via, lontano dai desolati tavolini dei bar di Borgo Pio. "Che te frega?", ripete la ragazza. Ma intanto sa che il passo da un impiego precario a nessun impiego è molto breve.
Coronavirus, Ue: 5.544 casi in 26 paesi; aumento continuerà
“A questa mattina più di 98 mila casi sono stati individuati in tutto il mondo, inclusi circa 3400 morti. A oggi nei paesi dell'Unione Europea, dell'Area Economica Europea e nel Regno Unito sono stati registrati 5544 casi di Covd-19. 26 Stati membri hanno riportato casi e ci sono 159 morti”. Lo ha detto la direttrice del centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc), Andrea Ammon, nel suo intervento al Consiglio straordinario Ue sul Coronavirus. “C'è stato un aumento rapido nel numero di casi che sono rendicontanti e ci aspettiamo che questa tendenza continui nei prossimi giorni e nelle prossime settimane”, ha spiegato Ammon. “Tra gli Stati membri la maggior parte dei casi vengono dal Nord Italia, ma molti paesi iniziano a individuare focolai locali o epidemie di Covid-19”. L'Ecdc ha alzato la valutazione del rischio a “da moderato a alto” e ritiene che ci sarà una “diffusione sostenuta” del Coronavirus nell'Ue. Per la direttrice dell'Ecdc, è “essenziale che i paesi continuino a contenere la diffusione dai focolai. Questa è la migliore opportunità che abbiamo per rallentare l'epidemia”.
Coronavirus, altri 134 casi in Germania: totale balza a 534
Sono cresciuti a 534 i casi di contagi da coronavirus in Germania. Lo conferma il Robert Koch Institut (Rki): si tratta di 134 casi in più rispetto a ieri pomeriggio. La maggior parte delle nuove infezioni sono state segnalate in Nord-Reno Vestfalia, con 281 casi, seguito dal Baden Wuerttemberg con 91 casi e dalla Baviera con 79 casi. L’unico Land tedesco in cui finora il virus non è stato registrato è la Sassonia-Anhalt. A detta dell’autorevole istituto, la Germania non ha ancora raggiunto il picco del virus. “Non sappiamo ancora quando ci sarà, stiamo cercando di rallentarlo il più a lungo possibile”, ha detto il presidente dell’Rki, Lothar Wieler. Comunque si prevede anche nei prossimi giorni e settimane “un progressivo aumento dei casi”.
Coronavirus, quinto morto in Spagna: 345 i casi
Un 87enne con il coronavirus è morto a Saragozza, portando a cinque il numero dei decessi in Spagna dove i casi sono arrivati a quota 345 distribuiti su 16 comunità autonome. La zona più colpita del Paese è l’area metropolitana di Madrid, particolare nei comuni di Torrejón de Ardoz e Valdemoro, con 137 casi. Segue la Catalogna con 32 e i Paesi baschi con 28. Il focolaio più preoccupante è quello di Torrejón de
Ardoz, a 18 chilometri dalla capitale, dove il virus circolerebbe almeno dal 10 febbraio e si teme che il virus sia già molto diffuso. Le autorità sanitarie hanno avvertito che il coronavirus circola senza controllo da diverse settimane e si sta valutando l'opzione di chiudere le scuole e ridurre al massimo gli spostamenti. Non è stato identificato il paziente zero che ha importato il virus sul territorio spagnolo.
Coronavirus, Francia: si espande "inesorabilmente"
Anche in Francia l’epidemia di coronavirus si espande “inesorabilmente”, come ammesso dal presidente, Emmanuel Macron. Con 13 regioni colpite, il Paese è ancora al secondo stadio dell’epidemia ma “purtroppo appare poco probabile evitare il passaggio al terzo. Ci prepariamo attivamente”, ha riferito la portavoce del governo, Sibeth Ndiaye. In base all’ultimo bilancio ufficiale, dal 24 gennaio scorso si sono registrati 423 contagi e 7 morti. Tutte le regioni dell’Hexagone sono colpite. A BfmTv le autorità governative e sanitarie riferiscono che “presto sarà impossibile tracciare le catene di trasmissione e identificare con precisione i cluster: ciò segnerà l’ingresso nella fase 3”. Un nuovo focolaio identificato nel Val d’Oise, nell’hinterland parigino, per la precisazione nel comune di Méry sur Oise, dove un decreto della prefettura ha vietato raduni in luoghi chiusi, almeno fino al 20 marzo, ma le scuole rimangono aperte. Nel Haut Rhin i casi sono aumentati da 10 a 80 nelle ultime 48 ore: la regione è un ‘cluster’, per il prefetto Laurent Touvet, che comunque ha chiesto ai residenti di “non cedere alla psicosi”. Anche in quella regione le scuole sono chiuse e sono vietati i raduni di più di 50 persone.
L’epidemia entrerà nel terzo stadio “tra qualche giorno, una-due settimane al massimo”, avvertono gli esperti riuniti all’Eliseo. Per il momento, diversamente da quanto previsto dal Piano di prevenzione e lotta in caso di pandemia influenzale risalente al 2011, il governo non ha varato misure di quarantena nazionali some la chiusura totale delle scuole e le restrizioni alla circolazione. La competenza di tali provvedimenti rimane regionale. “Non paralizzeremo la vita economica e sociale del Paese, si tratta soprattutto di organizzare il sistema di allerta e di cura, di garantire la continuità dei servizi pubblici senza impedire ai cittadini di vivere”, ha detto il ministro della Sanità, Olivier Véran. Gli ospedali pubblici stanno allestendo appositi centri di consultazione per i presunti contagiati, con tende collocate all’esterno. “Ci aspettiamo di ricevere un numero di pazienti più alto e in condizioni più gravi”, ha valutato François Crémieux, direttore generale dell’Assistenza pubblica degli ospedali di Parigi. Al momento, ha precisato il ministro della Pubblica istruzione Jean-Michel Blanquer, in Francia 150 scuole rimangono chiuse, con 45.000 alunni e 3.000 insegnanti in isolamento. Le aziende stanno predisponendo il telelavoro, già sperimentato dal 36% della popolazione attiva francese durante gli scioperi di dicembre e gennaio. Sette ospedali parigini hanno denunciato il furto di 13.000 mascherine nei pronto soccorso e nei magazzini. Da oggi è in vigore il decreto governativa che fissa a 3 euro il prezzo di vendita dei gel disinfettanti, in confezione da 100 ml.