Cronache
Coronavirus, effetti collaterali: adesso c'è chi non vuole più uscire di casa
Aumenta il numero di persone che ha trovato rifugio tra le mura domestiche e adesso fatica a riabituarsi alla vita di prima
Coronavirus, effetti collaterali: adesso c'è chi non vuole più uscire di casa
L'emergenza Coronavirus ha anche effetti collaterali. Adesso che la "fase 2" è ufficialmente iniziata e si può tornare ad uscire, c'è anche chi non vuole più farlo. "Sarebbe imprudente - spiega la psicologa del San Raffaele Valentina Di Mattei al Corriere della Sera - generalizzare sulle ragioni che possono generare una tale paura. Però per molti questo è stato un tempo sospeso, per certi versi simile all’adolescenza, in equilibrio tra l’infanzia e l’età adulta», commenta. Impegni ridotti, più tempo per assecondare gli interessi e nessun senso di colpa per le ore passate davanti alla tv: non è difficile riconoscere nella parentesi-quarantena una specie di “adolescenza prolungata”, con la vita vera degli impegni rimandata a dopo. La sospensione può aver riguardato anche obblighi e responsabilità, per questo ha avuto un suo fascino che la mantiene desiderabile nei suoi elementi di regressione». «Però è altrettanto vero — continua l’esperta— che per alcuni è stato anche un periodo di riscoperte positive, di legami familiari vissuti più pienamente, di case abitate, di oggetti ritrovati, come per esempio i vecchi album di fotografie. Sono pezzi della propria identità che nella freneticità della vita precedente non trovavano spazio. Ora è difficile ributtarsi nella corrente. Per chi ha avuto le risorse per farlo è stato un periodo di “esame di coscienza”.