Cronache
Coronavirus: non se ne parla ancora, ma l'estate potrebbe finire in quarantena
Mentre il Covid-19 brucia le festività di Pasqua e Pasquetta, già si allunga il suo sguardo sull’estate
È stato confermato che le misure di contenimento slitteranno dal 03 aprile al 13 aprile incluso, bruciando Pasqua e Pasquetta che tanta aggregazione sociale ed indotto economico significano. Ma lo “sguardo” del Covid-19 allunga la brama di tenebre fin dentro l’estate 2020.
Il primo problema sono gli eventi programmati, da preparare, quelli per i quali è già scattato il “A causa dei provvedimenti governativi per l’emergenza sanitaria l’evento è cancellato o slitta a data da destinarsi”. Su aprile e maggio c’è già certezza, sia nei grandi tour musicali, teatrali e cinematografici - che soffrono da fine febbraio - sia nei rioni locali con la loro economia del territorio.
Ad esempio, senza allungare il naso troppo fuori, la festa medievale Federicus che si sarebbe dovuta tenere nella mia città, Altamura (BA) l’01-02-03 maggio 2020, è stata annullata già nella prima decade di marzo. Con ripercussioni enormi per tutto l’indotto, esercenti commerciali, alberghi, ristoranti, B&B, ecc.
Ovviamente, così come l’economia è circolare, anche gli eventi di medio-lungo periodo soffrono dell’incertezza e dello stop nella catena dei preparativi che già da un mese viviamo. Ligabue aveva il tour europeo a maggio, che è già stato rinviato al 2021.
E gli stadi? Vasco Rossi, Tiziano Ferro, Salmo, Ultimo, Cesare Cremonini, Max Pezzali, e tanti altri artisti ci dovrebbero far ballare, col condizionale d’obbligo. Per quanto tempo saranno caustici gli assembramenti? Non è solo una questione di giovani che si divertono e star che incassano, c’è un giro che vale milioni di euro, fatto di lavoro, di migliaia di persone e migliaia di fornitori.
Per non parlare delle strutture balneari. Si potrà fare il bagno al mare? Prenotare il lido? Ci sarà una fila sì ed una no per gli ombrelloni come prima che chiudessero definitivamente le sale cinema? Ed anche qualora fossero aperte le strutture, la gente avrà i soldi per le vacanze? Potrà permettersi quest’anno le ferie? E chi è stato messo in riposo forzato prima che arrivassero i DPCM con la cassa integrazione, avrà modo di recuperare?
La politica, mentre fronteggia l’oggi, deve occuparsi del domani. Altrimenti senza prospettive il futuro diventa un deserto arido, nessuno più coltiva nulla con la prospettiva del “raccolto zero”. Allora il panico irrazionale, la paura, la perdita di fiducia, rischiano di portare avanti i danni del virus per molto molto tempo.