Cronache
Csm, ex segretaria di Davigo scagionata. Ardita sicuro: "Il corvo non è lei"

Si infittisce il mistero sulla presunta loggia segreta, denominata Ungheria. E' una guerra tra magistrati
Csm, ex segretaria di Davigo scagionata. Ardita sicuro: "Il corvo non è lei"
Il caso ha sconvolto ancora una volta il Csm si infittisce sempre di più. Continua la guerra interna tra magistrati sul passaggio del dossier segreto, relativo alledichiarazioni dell'avvocato Amara, sulla presunta esistenza di una loggia massonica denominata "Ungheria". Tra i pm direttamente coinvolti nelle carte c'è il consigliere del Csm Sebastiano Ardita. "Se qualcuno mi attacca, io devo difendermi", che non ha nessuna intenzione di fare la parte dell’agnello sacrificale. Per Piercamillo Davigo, - si legge sul Giornale - altra toga oggi in pensione, invece quelle accuse dovevano essere subito verificate. Solo che, dettaglio imbarazzante, Davigo e Ardita erano come fratelli e insieme avevano fondato la corrente Autonomia e Indipendenza, portandola nel club dei giustizialisti. Poi i due si sono tolti il saluto, la comune militanza è diventata un ricordo sgradevole e ciascuno ha preso la sua strada. "Quando ha lasciato il Csm per limiti anagrafici - spiega ora Ardita al Giornale - io e Davigo non ci siamo congedati, ma credo che lui se ne sia andato in solitudine, senza cerimonie e discorsi di circostanza".
"Io - spiega Ardita a Non è l'Arena sul La7 - non sono un uomo di potere, io e Di Matteo, il mio punto di riferimento al Csm, siamo fuori dai meccanismi delle correnti, difendiamo i magistrati meritevoli, abbiamo proposto l’elezione con il sorteggio temperato e la rotazione degli incarichi direttivi. Ma non si tira indietro il pm quando Giletti evoca il presunto corvo, Marcella Contrafatto, segretaria di Davigo. "Stento a credere che sia lei - afferma il magistrato - e le racconto un episodio che aiuta a capire. A Natale del 2019 lei entra nel mio ufficio con un oggetto di cristallo, una sciocchezza che le avevo regalato, e con gli occhi lucidi dice: “Lei è l’unico qui al Csm che mi ha pensato. Non lo dimenticherò”. No, non può essere lei la postina delle menzogne, Ardita ne è sicuro. Il mistero s’infittisce: «Ci vuole pazienza - conclude Ardita - forse le indagini ci faranno comprendere le ragioni anche complesse dietro tutta questa storia".