Verdi: "Il governo blocca le demolizioni. Peggio di un nuovo condono edilizio"
La denuncia dei Verdi: "Il Senato sta per approvare un disegno di legge criminogeno"
Il prossimo 18 maggio sarà discussa al Senato della Repubblica il provvedimento di legge di cui è primo firmatario il sen. Falanga, gruppo ALA Verdini, che bloccherà le demolizioni per gli abusi di necessità: un provvedimento che è stato approvato nelle commissioni con una maggioranza inedita dal Pd, Forza Italia e M5S.
Questo provvedimento, di una gravità inaudita, legalizza in modo permanente l’abusivismo con una portata peggiore del condono edilizio dal punto di vista dei suoi effetti futuri. Produrrà effetti di continue violazioni di legge e quindi non è fuori luogo definire che ha una portata criminogena. Il disegno di legge introduce l’abusivismo di necessità e le case abitate non saranno abbattute perché collocate per legge per ultime nell’ordine di priorità anche se si trovano in zone vincolate dal punto di vista ambientale e idrogeologico:
Le demolizioni con questi criteri verranno attuate dai procuratori della Repubblica aprendo così ad un contenzioso enorme nelle aule dei tribunali come il procuratore di Napoli Riello ha denunciato: “Appellandosi a questa legge, gli avvocati faranno giustamente il loro dovere che è quello di tentare ogni strada per impedire la demolizione dell’immobile del proprio assistito. Questi casi si chiamano “incidenti di esecuzione”. Ogni avvocato dirà: perché demolite casa al mio cliente e non a quell’altro? È stato verificato che l’ordine di priorità è stato rispettato? Sono stati controllati bene tutti i criteri? I quali criteri, mi si permetta di dirlo, mi sembrano evanescenti».
La legge assegna per l’esecuzione delle demolizioni 10 milioni di euro ogni anno fino al 2020.
Le demolizioni con questa futura legge verranno fermate per due ordini di motivi:
perché la cifra stanziata per le demolizioni è sufficiente per eseguirne 130-140 all’anno
perché tutte le case abitate saranno in coda alle priorità stabilite dalla legge e quindi mai demolite.
Ma l’aspetto più grave della legge è che la sua applicazione non ha limiti di tempo a differenza dei condoni. Questo significa che tra tre mesi, un anno o due chiunque potrà edificare una villa sulla costa, in una vallata o in qualunque altro luogo avendo i requisiti di necessità. Questo significa che il parlamento della Repubblica Italiana si accinge a legalizzare in modo perenne l’abusivismo edilizio.
Potrà diventare uno strumento formidabile anche in mano alla criminalità che con prestanome, che corrispondano a criteri della legge, potrà realizzare case abusive in spregio alla legge. Non è fantasia ma la triste realtà.
Altro aspetto grave è che si fermeranno le demolizioni delle case abitate anche nelle aree protette, con vincolo ambientale e idrogeologico perché la legge prevede di mettere per ultimi questi casi.
Invece di approvare norme più stringenti per demolire sul nascere l’abuso e per commissariare quei comuni, anche con lo scioglimento dei consigli comunali, che non sono rigorosi nell’ottemperare alla legge, si è scelta una strada assurda come quella di fermare le ruspe dietro l’alibi delle priorità e dell’inesistente abuso di necessità. Non è un caso che nei resoconti stenografici i senatori Falanga e Palma parlano esplicitamente di fermare le demolizioni a partire dalla Campania. Infatti sia il presidente della regione Campania De Luca che della Sicilia Crocetta attendono con ansia questa legge dopo aver approvato in giunta provvedimenti blocca ruspe. Questa è l’Italia: piange di fronte alle tragedie del dissesto idrogeologico ma il giorno dopo quando tutto è passato tornano a chiudere gli occhi per favorire l’abusivismo edilizio. Questa è una piaga tipicamente italiana che non trova riscontri in Europa. Con i voti degli abusivi si vincono le elezioni ma si ammazza il territorio e il futuro delle generazioni che verranno.
ABUSIVISMO EDILIZIO IN ITALIA
L’abusivismo edilizio in Italia non si è mai fermato nonostante ad ogni condono edilizio si diceva sarà l’ultimo. Ogni anno in Italia vengono realizzate 20 mila nuove case abusive.
In Campania, dove il presidente De Luca ha proposto anche lui una legge per bloccare le ruspe, le case abusive sono 70.000.
In Sicilia nel 2015 le case abusive costruite sono state 2438 pari a 700.000 metri cubi, nel 2016 sono state 1749 pari a 407.400 metri cubi di cemento. In Sicilia Crocetta ha proposto anche lui di fermare le ruspe ed in questa regione purtroppo abbiamo una casa abusiva ogni 900 metri di costa.
L’Istat nel rapporto Bes 2016 sul benessere sostenibile registra un deciso rialzo del tasso di abusivismo e stima che nel 2015 siano state realizzate quasi 20 costruzioni abusive ogni 100 autorizzate, contro le 17,6 dell’anno precedente e le 9,3 del 2008. Questo significa, sempre secondo l’Istat, che una quota rilevante e crescente dell’attività edilizia, e dunque del processo di urbanizzazione, si svolge senza controllo, producendo degrado del paesaggio e rischi ambientali».
La crescita dell’abusivismo è elevata nel Sud: in particolare, in Campania, Calabria e Sicilia, dove si toccavano livelli altissimi di illegalità, nel 2015 la quota è salita ancora raggiungendo in Calabria il 61,8% e in Campania il addirittura il 63,3%. Con un aumento che in entrambi i casi in un solo anno è stato superiore all’11%. Una tendenza grave che caratterizza poi l’Umbria, dove i valori medi dell’indice di abusivismo sono raddoppiati rispetto al triennio precedente e, nel 2015, hanno superato il 28% (+3,8 punti). Incrementi significativi si registrano poi anche nel Lazio (dal 19,6% a 22,4%).
L’assurdo è che mentre si torna a parlare di nuovi condoni a distanza di oltre trent’anni dalla prima sanatoria edilizia, quella varata nel 1985 da Craxi, stando ad uno studio di Sogeea ( società che lavora sul mercato immobiliare) rimangono ancora 5,4 milioni di vecchie domande da evadere, pari ad oltre un terzo del totale. L’arretrato più pesante riguarda Roma dove in tutto sono state presentate circa 600.000 domande e l’anno passato ne restavano da evadere ancora 213.185, vale a dire quasi 4 volte Palermo (55.459) seconda in classifica e a seguire Napoli (45.763).
Il mancato introito secondo lo studio equivale a circa 21,7 miliardi di euro. I sindaci trovano l’alibi che per istruire le pratiche ci sarebbero costi elevati, in realtà ma incasserebbero quattro volte i soldi spesi. Non lo fanno perché tra i 5,4 milioni di pratiche arretrate ci sono 500 mila probabili dinieghi e con l’abusivismo edilizio si sono costruite campagne elettorali e chiesti tanti voti in cambio.
Angelo BONELLI coordinatore nazionale dei Verdi
Sauro TURRONI responsabile territorio e paesaggio dei Verdi