Cronache
Denuncia e arte: il binomio di Scarpette rosse contro la violenza sulle donne
Un modo artistico di celebrare la Giornata internazionale del 25 novembre. Tutti i dati sulla violenza: Nord a rischio, ma il triste record è a Roma
Le scarpette rosse degli artigiani della ceramica esposte nei luoghi della quotidianità in tutta Italia per denunciare gli abusi in occasione della Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre)
Una denuncia ma anche un atto creativo. La bellezza contro l'orrore: scarpe, sandali, zoccoli, stivali modellati, cotti al forno, dipinti, smaltati a mano, di colore rosso come simbolo per eccellenza della violenza contro le donne. Esposti lungo le strade, sui marciapiedi, sulle panchine, nelle piazze. Accanto alla bellezza scenografica di un monumento oppure in periferia. Perché se l'orrore può essere ovunque anche la sua denuncia deve essere ovunque e diventare atto civico nel segno dell'arte e della creatività.
Tutto questo è Scarpette rosse in ceramica, il cui valore pubblico è evidenziato dalle parole del Presidente dell'AiCC, Associazione italiana Città della Ceramica, Massimo Isola: "Torna Scarpette rosse in ceramica, torna perché nel corso degli anni abbiamo visto che questa manifestazione ha un impatto importante sull'opinione pubblica. Questa edizione assume un significato e una valenza particolarmente importanti nel contesto sempre più drammatico del regime iraniano, e del dissenso violentemente represso".
Anche le grandi aziende contro la violenza sulle donne
Non sono solo gli artigiani della ceramica a denunciare la violenza contro le donne, lo fanno anche le aziende: Sorgenia, WindTre, American Express e tante altre fanno rete e aumentano le iniziative contro la violenza sulle donne.
Partendo dal presupposto che la dipendenza economica dal partner è spesso una condizione che impedisce alle donne di interrompere una relazione di abusi, promuovere un mercato del lavoro che tuteli i diritti delle professioniste e intercetti i loro bisogni rappresenta una priorità per contrastare la violenza di genere.
E sono sempre di più le aziende che decidono di sviluppare politiche, programmi e iniziative per generare un ambiente paritario. Le aziende possono svolgere un ruolo fondamentale nella prevenzione della disparità e nel conseguimento dell'empowerment socio-economico delle donne.
I dati sui femminicidi in Italia nel 2022
Sono state 104 le donne uccise nel 2022, con un calo del 4,6% rispetto alle 109 vittime censite nello stesso periodo del 2021. Il più alto numero di femminicidi si è registrato al Nord (56) ma è Roma a detenere il 'triste' primato di casi con 8 donne assassinate, comprese le tre del quartiere Prati uccise la scorsa settimana. I dati provengono dal IX Rapporto Eures, aggiornato al 20 novembre.
A livello territoriale, precisa l'Eures, il Nord, pur segnando nell’ultimo anno una flessione del numero delle vittime (-6,7%, passando da 60 nei primi 11 mesi del 2021 a 56 nel 2022) si conferma l’area geografica più a rischio, concentrando nel suo territorio il maggior numero delle donne uccise (il 53,8% del totale italiano).
Segue il Sud con 30 vittime nel 2022, stabili rispetto all’anno precedente, e il Centro con 18 vittime nel 2022 e 19 nei primi 11 mesi del 2021.
Sebbene la famiglia si confermi il luogo prevalente dove avvengono i femminicidi, al Centro Italia oltre una vittima su 4 (il 27,8% nel 2022, pari a 5 vittime, tra cui le tre prostitute uccise nella capitale a due passi dal palazzo di giustizia) è stata uccisa nell’ambito della criminalità comune, a fronte di una percentuale molto più marginale al Nord (5 vittime, pari all’8,9%) e al Sud (1 sola vittima, pari al 3,4%).
Parlando delle grandi aree metropolitane, se Roma guida la classifica con 8 casi di femminicidio (a fronte dei 14 del 2021), con 5 omicidi nel 2022 spiccano le province di Milano (in calo rispetto all’anno precedente, con 2 vittime in meno), di Napoli, Vicenza (stabili rispetto all’anno precedente) e Varese (che passa da nessun femminicidio nel 2021 a 5 nel 2022).
Ultimo dato è quello relativo all’identikit degli autori: in questo caso in oltre 9 casi su 10 sono uomini (91,3% nel 2022) gli autori di omicidi con vittime femminili; il 39,8% ha tra i 45 e i 64 anni e il 33,3% tra 25 e 44 anni, a fronte del 21,5% di autori oltre sessantaquattrenni e del 5,4% con meno di 25 anni.
Nonostante l’incremento delle vittime straniere, diminuiscono invece gli autori stranieri (-50% rispetto al 2021, rappresentando il 14% del totale, a fronte dell’86% costituito da autori italiani). Poco meno di un terzo degli autori (il 30,5% nel 2022) si toglie la vita dopo aver commesso il delitto (percentuale, questa, sostanzialmente stabile negli anni): ciò accade nella totalità dei casi nei femminicidi familiari (dove l’incidenza degli omicidi-suicidi sale al 34%).
Il femminicidio risulta non essere isolato a singole e specifiche aree geografiche ma trasversalmente radicato in ogni nazione, etnia e classe sociale, incidendo negativamente sulla qualità di vita del 30% della popolazione femminile mondiale.