Cronache

"Il diserbante glifosato porta danni e morte. Rischi per la farina"

di Gino Franco Caletti* (blogger di Affaritaliani.it)

Recentemente è emersa la polemica circa il contenuto di Glifosato nella birra. La birra è bevanda dannosa di per se’ per diversi motivi, quindi che vi sia o meno tale sostanza nociva in essa ha poca rilevanza, come preoccuparsi de veleno contenuto nel veleno.  Personalmente, comunque, mi preoccupa di più il Glifosato presente nella farina di frumento di quello presente nella birra, anche se entrambi gli alimenti, pur senza glifosato, sono già tossici per loro stessa natura. Resta comunque il fatto che, in generale, non ci dovrebbero essere erbicidi nel cibo e nelle bevande che ingeriamo.

Monsanto, l’azienda produttrice del Glifosato (Roundup), ha fermamente sostenuto che questo erbicida è innocuo per gli animali e gli esseri umani, perché il meccanismo di azione che utilizza (che gli permette di uccidere le erbacce), chiamato “percorso shikimate”, è assente in tutti gli animali ed è presente solamente nei vegetali, come l’erba, o nei microrganismi, come alcuni batteri, per produrre aminoacidi ed altri composti utili per la loro vita metabolica. Questo, però, non corrisponde alla realtà, dato che il percorso succitato è una via biochimica presente anche nei batteri dell’organismo umano ed animale.

Ecco perché il Glifosato, contrariamente a quanto sostenuto, provoca danno sistemico diffuso in tutti gli esseri viventi. Molti aminoacidi aromatici straordinariamente utili al nostro organismo vengono prodotti dai batteri che colonizzano il nostro intestino e che tale sostanza colpisce arrecando danni indiscutibili. Per ogni cellula del nostro corpo, ci sono 10 microbi di vario genere, e tutti questi utilizzano il percorso shikimate.

Il Glifosato provoca danno e morte al pari di un vero e proprio antibiotico (anti bios significa ‘contro la vita’) e distrugge la flora batterica, peraltro in modo selettivo, risparmiando quasi totalmente batteri patogeni come il Clostridium Botulinum, la Salmonella Entritidis, la Salmonella Gallinarum, la Salmonella Typhimurium, il Clostridium perfringens ed eliminando batteri utilissimi come il Lactobacillus, il Bacteroides fragilis, il Bifidobacteria faecalis, l’Enterococcus faecium, il Bacillus badius, il Bifidobacterium adolescentis e il Lactobacillus spp.

Con l’arrivo del Glifosato, dunque, batteri utili muoiono e tossine pericolose vengono prodotte dai patogeni, come quella botulinica.  Quest’ultima è la sostanza più tossica ad azione acuta conosciuta e, nonostante iniezioni della stessa siano state approvate dalla FDA Americana per uso "estetico", essa resta una potenziale arma biologica, in quanto sono sufficienti solamente 75 miliardesimi di grammo (75 ng) per uccidere una persona del peso di 75 kg.

E' stato calcolato che solo 1 chilogrammo di questa tossina sarebbe sufficiente ad uccidere l'intera popolazione umana. L’innesco di uno stato di infiammazione cronica è dunque una minaccia reale e, con esso, anche la patologica cronica. Ciò che di spaventoso è emerso inoltre dalle ricerche è che il Glifosato ha una relazione inversamente proporzionale alle dosi assunte. Quantità più basse hanno maggior effetto rispetto a quantità più elevate, quindi non esiste un dosaggio ‘sicuro’ per questa sostanza.

Gli studi effettuati sulla tossicità del Glifosato hanno mostrato anche legami con l’insorgenza di adenomi e carcinomi del testicolo, stimolazione della crescita tumorale nella ghiandola pituitaria, nel tessuto mammario delle femmine, e nel rene. Insomma, l’azione battericida indotta nel nostro intestino dal Glifosato (così come dagli antibiotici) causa danni ingenti alla salute umana ed animale, poiché distrugge proprio i batteri che collaborano in simbiosi con il nostro organismo alla produzione di sostanze utili come Viatmine del gruppo B e K e amminoacidi aromatici come triptofano, fenilalanina e tirosina.

Il Glifosato distrugge inoltre la metionina, un aminoacido sulfureo. Lo zolfo è uno spazzino incredibile del nostro metabolismo, distruggendolo si ostacola anche la capacità di auto-detossificazione. Ecco dunque che ci si espone al rischio di contrarre molte patologie croniche, e molte varianti del cancro. La contaminazione da Glifosato del cibo è quindi un problema serio, che non andrebbe affatto sottovalutato.

Riferimenti

1. Www.mercola.com

*Il dottor Gino F. Caletti nasce a Gallarate (VA) il 4/07/61. Si laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Milano. Abilitato all'esercizio della professione Medica presso la medesima Università. Nel triennio successivo frequenta il corso di Agopuntura presso la So-Wen di Milano e consegue il Diploma relativo.

Completa la sua formazione conseguendo i diplomi in Ipnosi Clinica nel controllo del dolore cronico con il Prof. De Benedictis, corso semestrale in ipnosi clinica presso Ospedale S. Carlo di Milano, Manipolazioni Vertebrali con il Dr Conti Gian Mario,Terapia Chelante con EDTA Prof. Mandolesi, Prof. Ballo, Dr Mariani), Medicina Manuale IUC (Dr Michael Furter), Medicina Naturale e Tecnologie Biomediche presso l'Università degli Studi di Milano (Prof. Solimene) e Omeomesoterapia presso la AIOT di Milano (Dr De Belli). Si interessa fin dagli inizi di Nutrizione e di Ossidologia avendo preparato la Tesi di Laurea dal titolo (a posteriori profetico per la Sua carriera): Acidi Grassi Polinsaturi Omega-3: aspetti metabolici e terapeutici. Conosce nel 2000 il Dr Mauro Carratelli, ricercatore Biomedico di fama Internazionale ed ideatore di un geniale metodo per il dosaggio degli idroperossidi ematici prodotti durante l'ossidazione cellulare (il d-Rom's Test ). Test che permette in modo veloce nella routine, di "studiare" il Paziente nel profondo del Suo stato cellulare. Nel 2001 fa parte del pool di Medici (inviato dalla Diacron - Grosseto) per eseguire i test in altura (Cervinia) sulla valutazione dello stato ossidativo dei partecipanti alla spedizione al Polo Nord (tra i quali Mike Bongiorno ed il Duca d'Aosta). Importante, per la Sua formazione, l'incontro con il Prof. Eugenio Iorio, Università di Napoli, presidente dell'Osservatorio Internazionale sullo Stress Ossidativo, divenuto poi grande amico e co-autore di alcuni studi sullo stress ossidativo negli atleti (il primo di questi viene presentato dal Prof. Iorio nel corso del 2° Congresso Mondiale sullo Stress Ossidativo e l'Invecchiamento alle Hawaii nel 2001) e durante l'uso di terapia estro-progestinica nelle donne (quest'ultimo ancora in corso). Viene incaricato (2002) di effettuare per 2 anni le rilevazioni ossidologiche e le interpretazioni dei dati da un'importante società di calcio professionistico di serie A del Nord italia. Partecipa al corso di Verona (2003) tenuto dal Dr Barry Sears sulla Dieta a Zona e consegue la certificazione di Zone Consultant che confermerà successivamente negli anni a venire a Milano. Svolge prolifica attività di promozione sull’importanza di un consumo corretto del cibo attraverso numerose conferenze per il pubblico e nei circoli culturali.

Dal rifiuto del preconcetto terapeutico centrato sull'utilizzo del farmaco sempre e comunque e del protocollo uguale per tutti e dalla continua ricerca del metodo terapeutico migliore per il Paziente, è nata la possibilità di fondere scuole di pensiero diverse, trattamenti diversi adattati all'esigenza e validati dai successi terapeutici. In quanto ricercatore, il suo percorso è in continuo divenire, una continua ricerca verso la strada migliore da percorrere per il raggiungimento del benessere. Una strada diversa per ognuno, un percorso assolutamente personalizzato e “cucito” sul paziente. Un interesse, il suo, sulla salute a 360°, un approccio olistico, e non settoriale. Tra i suoi Pazienti ci sono molti personaggi pubblici. E' Libero Professionista in Milano, con studio presso il Fleming Reserach di Viale Bianca Maria, 35 e presso la Natked di via Vespucci, 12 e a Bellinzago Novarese (NO) con Studio in Via Bornago, 46.