Cronache
Epstein, il mistero del bonifico al proprietario di Victoria's Secret
Epstein: il mistero dei bonifici al proprietario di Victoria's Secret
Un vorticoso giro di bonifici milionari su decine di conti, e versamenti a persone con cui non era piu' ufficialmente in contatto. Al mistero sulla morte del miliardario accusato di abusi sessuali su ragazze minorenni, Jeffrey Epstein, si aggiunge quello sull'origine e gestione del suo ricco patrimonio. All'inizio degli anni Duemila, su un suo conto nelle Isole Vergini intestato al finanziere, e normalmente con una piccola quantita' di denaro, erano comparsi all'improvviso 88 milioni di dollari. In un altro periodo, da un'azienda legata a Epstein erano state inviate decine di milioni di dollari alla fondazione del miliardario Leslie Wexner, proprietario del brand Victoria's Secret, nonostante anni prima la loro amicizia fosse finita. I procuratori federali stanno indagando da settimane i movimenti bancari di Epstein, morto sabato in un apparente caso di suicidio avvenuto nel carcere federale di Manhattan, dove il miliardario era rinchiuso in attesa del processo. JpMorgan Chase e Deutsche Bank, le due banche che per anni hanno avuto Epstein come cliente, stanno collaborando: hanno portato in procura decine di file digitali e documenti cartacei sulle transazioni del miliardario newyorkese. Uno dei punti su cui i magistrati stanno concentrando l'attenzione riguarda il tipo di rapporto che legava Epstein e Wexner, la cui amicizia sarebbe finita nel 2007 pochi mesi prima che Epstein venisse incriminato, per la prima volta, per pedofilia e traffico sessuale. Ma nel 2011 la fondazione di Wexner aveva ricevuto una donazione di 56 milioni di dollari da un trust chiamato "Community Interest" che risulterebbe far capo proprio a Epstein attraverso una banca svizzera.
Epstein: ministro Giustiza Usa, "irregolarita'" nel carcere
Ci sono "serie irregolarita'" nel carcere in cui era detenuto Jeffrey Epstein, apparentemente suicidatosi la settimana scorsa in cella. Lo ha dichiarato il ministro della Giustizia Usa, William Barr, come riporta Cnbc. "Andremo fino in fondo" a questa vicenda, ha promesso Barr, parlando a un evento della polizia a New Orlean. "Verranno accertate responsabilita'", ha aggiunto, sottolineando che "le vittime meritano giustizia e l'avranno". Barr ha aggiunto di essere rimasto "sconvolto" e "inorridito" dall'apprendere delle disfunzioni nel sistema di sicurezza. Due sono le disfunzione emerse finora: non c'erano video di sorveglianza della cella, per cui non sara' possibile capire come Epstein si e' tolto la vita. Inoltre le due guardie addette al controllo erano stremate dai turni di lavoro: entrambi gli agenti erano reduci da cinque giornate di fila di straordinari e, dunque, non avrebbero controllato Epstein ogni mezz'ora, come era stato stabilito dopo il primo tentativo di suicidio del miliardario, avvenuto il 23 luglio. Epstein, 66 anni, era stato arrestato con l'accusa di aver abusato sessualmente di decine di ragazze minorenni e di aver organizzato incontri con un giro esclusivo di amici molto potenti, tra cui politici, manager, scienziati e accademici. Il miliardario rischiava una condanna fino a 45 anni.